
La tv come continuazione della guerra
Vietnam 1963-1972 In Vietnam l’esercito americano perde la guerra senza perdere una sola battaglia. Merito anche della Tv americana che influenzata dai movimenti del ’68 diffonde l’immagine di una guerra sbagliata combattuta a colpi di napalm e stragi contro un esercito di resistenza popolare. Tra le interpretazioni televisive della guerra, famose l’offensiva del Tet e la battaglia di Ke San.
L’offensiva del Tet, dipinta dalle tv e dai media tutti come una grande vittoria vietnamita, si concluse invece con la disfatta delle truppe vietcong. L’assedio di Ke San, una ridotta circondata da truppe vietcong, si concluse con la rottura dell’assedio da parte degli americani. Significativa tra le immagini della guerra quella dell’ambasciatore in Cambogia che fugge ripiegando la bandiera. Simboleggiò il ritiro dell’America dalla politica estera per tutti gli anni ’70, una decade in cui l’Unione Sovietica estese i suoi raggi d’influenza in Africa e Asia.
Afghanistan, 1979-1989 È la guerra dimenticata per eccellenza. La tv non è entrata ancora nell’epoca del satellite. In un paese aspro e impervio senza vie di comunicazione le immagini impiegano settimane per arrivare in Occidente. Per gran parte della sua durata resta una guerra ignorata e sconosciuta all’Occidente.
Guerra delle Falkland, 1982 L’esercito inglese seleziona con cura i giornalisti televisivi inviati in prima linea. Le immagini dei soldati argentini massacrati nelle trincee dai gurka non verranno mai messe in onda.
Invasione di Grenada, 1983 Entrati nell’era Reagan gli Usa occupano con un blitz quest’isoletta dei Caraibi che rischia di cadere nell’area d’influenza di Cuba. Televisioni e giornalisti vengono tenuti alla larga fino al completamento delle operazioni per evitare il ripetersi di quanto successo in Vietnam. Le uniche immagini sono quelle girate da un cameraman francese che si trova per caso in vacanza sull’isola.
Romania, guerra civile, dicembre 1989 Quello che sostanzialmente è un golpe guidato da Mosca, viene dipinto dalle televisioni occidentali come una grande rivolta popolare. Momento chiave le immagini di centinaia di cadaveri in alcune fosse comuni di Timisoara descritti dalle tv di tutto il mondo come vittime della repressione di Ceausescu. In verità, come tra i primi scopriremo di persona, si tratta di morti dissepolti dalle fosse comuni del cimitero dei poveri.
Guerra del Golfo, 1991 Per evitare il ripetersi quanto successo in Vietnam le truppe alleate garantiscono l’accesso alle notizie soltanto ad un pool selezionato di una novantina di giornalisti di tutto il mondo. Il 26 febbraio l’esercito iracheno in fuga dal Kuwait assieme ad una lunga colonna di civili viene intercettato su una strada dagli aerei americani. Il bombardamento si protrae per tutta la giornata. Le truppe alleate ripuliscono dai cadaveri la zona e qualche giorno dopo permettono l’accesso delle telecamere. Risultato immagini di una colonna bombardata ma neppure un morto. Immagini di una guerra pulita. Secondo alcuni calcoli le vittime potrebbero quel giorno aver raggiunto quota diecimila.
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