
Bambini in attesa di perizie
Dagli incontri con le insegnanti dei minori è emerso dall’inizio delle scuole elementari che il bambino è apparso sempre alquanto trascurato nell’igiene e nell’abbigliamento, talora emana un forte odore di feci (…) Inoltre Luca presentava all’inizio del II anno scolastico un forte calo di peso probabilmente da ricondurre al cambiamento di alimentazione avvenuto fino al luglio ’97 esclusivamente tramite biberon contenente latte. Successivamente il minore ha presentato non poche difficoltà ad abituarsi ad un’alimentazione corretta: solo recentemente sta imparando ad utilizzare le posate). Per quanto riguarda i segni sul corpo, le insegnanti confermano di averli notati da circa un anno e mezzo (…) Luca avrebbe riferito di un gioco fatto con lo zio in cui a vicenda si sarebbero abbassati i pantaloni per poi “farsi solletico”. Luca avrebbe aggiunto che lo zio avrebbe abbassato le mutandine alla sorellina ma che lei sarebbe stata più veloce del fratello allontanandosi”. La relazione interviene finalmente sul rendimento scolastico di Luca, quello che sta così a cuore alle sue coscienziose maestre: a giudizio della logopedista, questo “è inficiato da qualcosa che distrae il bambino”. Si sostiene anche che la sorellina di Luca avrebbe evidenziato “un grave rischio psicotico”, che la madre avrebbe l’abitudine di farla dormire “per 18-20 ore al giorno” mentre nel padre emergerebbe “un quadro problematico legato al vissuto personale”. Il documento si chiude con la richiesta, avanzata dagli assistenti sociali, della “secretazione degli atti in relazione al provvedimento che il Tribunale vorrà assumere, poiché si ricorda che i genitori non sono stati messi al corrente di ciò che il bambino avrebbe rivelato all’insegnante”.
Controdeduzioni su cui si sostiene l’istanza di ricorso grazie alla quale i genitori hanno ottenuto dal Tribunale dei minori, con decreto “in via provvisoria e urgente”, in data 21 aprile 1999, che, in attesa di ulteriori perizie, i bambini rimangano in famiglia – Accuse di trascuratezza nell’igiene e nell’abbigliamento: è difficile credervi, se non altro perché Luca ha da sempre praticato sport come il calcio e il nuoto, per tre giorni alla settimana. Ne consegue che, almeno per quei tre giorni, faceva la doccia e si cambiava regolarmente.
– Sull’odore di feci: la causa va ricercata nell’incontinenza fecale, causata dalla sofferenza emotiva di Luca imputabile al mancato riconoscimento, a scuola, del suo problema di lettura e al trattamento subito da parte delle maestre. Lo stesso problema di lettura è alla base dello scarso rendimento scolastico del bambino.
– Sulle difficoltà alimentari: il calo di peso di cui si parla è stato di 1-2 chili per via del cambio di stagione (iniziava l’estate);
– Sull’alimentazione esclusiva a mezzo biberon contenente latte: il comune buon senso dice che è cosa inverosimile nutrire solo di latte un bambino fino all’età di 6-7 anni. Ad ogni modo, secondo la relazione delle maestre della scuola materna, che Luca ha frequentato dall’età di 3 anni, il bambino consumava pasti solidi “usando posate adeguate al tipo di pietanza. Il latte dal biberon l’ha preso solo il primo anno di scuola e poi l’ha smesso definitivamente”.
– Sugli ematomi e i segni sul corpo di Luca: strano che le maestre abbiano atteso un anno e mezzo prima di segnalare queste gravi lesioni; comunque questi segni non sono stati visti da nessun altro oltre loro: dalla madre, dagli assistenti sociali, dalle psicologhe e nemmeno dal pediatra che ha visitato il bambino su richiesta del Servizio sociale. Inoltre Luca gioca a calcio in pantaloncini e maglietta e, dopo la partita, fa la doccia, naturalmente svestito, sotto il controllo dell’allenatore; va inoltre a nuoto, dove rimane in costume, ma nessuno si è mai accorto di niente.
– Sulle gravi affermazioni relative ai supposti abusi, ci limitiamo ad osservare che sono cadute in breve tempo nel nulla.
– Sull’affermazione riguardante la sorella di Luca, costretta a dormire 20 ore al giorno dalla madre l’assurdità è palese. Tra l’altro la bimba ha frequentato prima il nido e poi la scuola materna, dalla 8,30 alle 16,30, per cui non avrebbe potuto dormire così a lungo.
– Sul grave rischio psicotico evidenziato dalla bambina: nessuno lo ha mai diagnosticato, né il logopedista, né il neuropsichiatra che pure, per un suo difetto fisico congenito, seguono la piccola dall’età di 8 mesi.
– Sulla richiesta di secretazione degli atti avanzata dagli assistenti sociali: la misura è di competenza delle Procure, non certo del servizio sociale.
Ps: In questi giorni il tribunale dei minori ha risposto alle istanze dei genitori emettendo il terzo provvedimento “in via provvisoria ed urgente” e quindi inoppuignabile, talché gli stessi genitori non potranno (per quanti mesi o anni ancora?) richiedere il controllo della legittimità di criticabili decisioni, che tra l’altro perpetuano il potere incondizionato ed illimitato di tanto “diligenti” e trasparenti servizi sociali.
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