
Clericalismo di sinistra al capolinea. E così sia
Finalmente sembra che si voti. Termina la legislatura dell’aprile rosso, termina una pagina di incubo della storia italiana, anche e soprattutto dei cattolici italiani. Mai la Chiesa italiana si era trovata separata dal suo popolo come nel ’96. Sembrava che la teologia della liberazione divenisse il punto di riferimento dei cattolici italiani: che la scomunica carismatica del monaco Dossetti contro Berlusconi fosse ratificata dalla gerarchia ecclesiastica portando la Chiesa italiana, la Chiesa del Papa, su posizioni lontane dalle Chiese degli altri paesi cattolici. Sono passati cinque anni. Oggi ancora le fronde dell’Ulivo ricompaiono. Ma dietro i diessini non vi è più la grande idea della convergenza tra sinistra cattolica e postcomunismo, la vittoria storica di Togliatti: la Chiesa cattolica ed il Pci schierati nella medesima linea politica. Ci sembra ora impossibile che questo sia accaduto; e solo chi ha vissuto la passione di questi anni può misurare la fatica di percorrere passo per passo una strada che non era segnata, con baratri che si aprivano da ogni lato. Finalmente si vota. E si vota quando la sinistra cattolica è finita, quando la scomunica dossettiana contro il Polo delle libertà è dimenticata, quando infine la frattura tra i residui della sinistra cattolica e della sinistra democristiana è ormai aperta. Bisognerà scrivere la storia della grande avventura della sinistra cattolica degli anni Novanta. Il dossettismo aveva aperto la via di una frattura politica tra la gerarchia ed il popolo cattolico, in nome di un clericalismo progressista ed autosufficiente che si incorporava il grande corpo comunista. Queste realtà sembrano rimosse, dimenticate, di esse non c’è più traccia. Ora possiamo misurare il rischio che non solo l’Italia, ma la Chiesa ha corso se la folle avventura della sinistra cattolica fosse continuata. Avremmo avuto una Chiesa italiana spostata a sinistra rispetto alla Chiesa universale, quando il progressismo teologico ed ecclesiastico si prosciugava in tutto il mondo, dopo che la Chiesa latino americana ha sconfitto la teologia della liberazione. Il popolo del centrodestra, il popolo cattolico del centrodestra ha resistito al sogno egemonico della sinistra cattolica. Di esso non rimane più traccia, oggi una grande svolta tradizionale esiste nella Chiesa a partire dalla Fides et Ratio nel ’98. Anno ammirevole, il ’98. Ed è anche l’anno in cui Forza Italia esce dal nulla della Bicamerale e ritrova il suo popolo. Di questi anni amari occorre fare memoria oggi che il voto, richiesto da tanto tempo, sembra trovare il suo giorno. Oggi anche la sinistra postcomunista comprende che la sinistra cattolica la conduce nel gregge di Seattle. Il nuovo Ulivo segna la fine della grande avventura del ’96, quando l’Italia corse il rischio di divenire il primo paese postcomunista dopo la fine del comunismo.
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