Genova sarà una prova (ma per la sinistra)

Di Gianni Baget Bozzo
21 Giugno 2001
E arrivano anche per Berlusconi i primi giorni di governo. Il tono pacato del suo discorso al Senato non inganni: non ha affatto intenzioni buoniste. E stiamo a vedere come si comporterà la sinistra nei confronti degli antiglobalisti e Maroni al Lavoro

Berlusconi ha pronunciato al Senato un discorso dal tono distensivo, più simile al discorso elettorale di Forza Italia che ad un programma di governo. Ha tenuto le carte alzate per quanto riguarda i temi dell’azione di governo e sulla questione del conflitto d’interessi. Sa che il problema non divide gli italiani ma è destinato ad avere qualche influenza all’estero. Ha posto non un programma di governo di fronte a temi immediati, ma una linea di governo quinquennale: si pensi alla riforma dei codici. Ha tenuto un tono molto misurato, anche sulla questione del G8: come se volesse evitare qualche polemica. Nonostante il tono le dichiarazioni del Presidente avranno tutt’altro che un effetto buonista: Berlusconi ha detto che vuole cambiare l’Italia: e non ha detto che vuole cambiarla con la sinistra. Ha chiesto una politica bipartisan in politica estera, ma è l’unico elemento in cui ha cercato la collaborazione dell’opposizione. Il tono del discorso era quello di una maggioranza che si sente autosufficiente. Ci vorrà del tempo prima che la Casa delle Libertà che ha acquistato il vertice del potere si impadronisca dei meccanismi del potere, in cui la mano della sinistra è ancora forte. Il governo Amato è stato un lungo esercizio per conquistare potere burocratico prima di perdere le elezioni politiche. La sorte del governo e della politica italiana è oggi appeso al grande scontro di Genova con l’ecologismo violento, con questa lotta contro la tecnologia l’occidente e il Giudecristianesimo (come dicono gli ecologisti) responsabile di aver creato basi ideologiche del governo della natura dalla parte dell’uomo. Il Governo Berlusconi ed i suoi rapporti con la sinistra nasceranno allora. E per la sinistra stessa sarà quello il giorno della verità. Ricordo ancora i felici dialoghi di Massimo Cacciari con i Centri sociali su Micromega primaverile. Quale sarà la tabella di marcia del governo? Innanzitutto i problemi del lavoro e quindi il rapporto con i sindacati sia per la liberalizzazione dei rapporti di lavoro che per le pensioni di anzianità. Il governo deve affrontare i problemi su cui Fazio pone da tempo l’accento. Vengono subito dopo i problemi della riforma dei servizi di sicurezza e del controllo dell’immigrazione illegale. Sarà dai primi provvedimenti che dipenderà il credito internazionale del governo; dai secondi, dai problemi della sicurezza, il consenso popolare. Berlusconi infine ha messo in cantiere tutto e perciò ancora niente: saranno i primi atti dei ministri i primi a decidere. E spero che Maroni non si riveli un altro Mastella, finora qualche cenno di rischio non è mancato. Ma il tono distensivo è il tono di partenza generale. Di esso rimarrà poco dopo che l’opposizione avrà iniziato a parlare. Il vero discorso di Berlusconi non è quello che ha aperto la discussione, sarà quello che la conchiude. E del buonismo rimarrà poco o nulla.

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