Bob il cherubino. E Nanni? Il Castagnetti

Di Gianni Baget Bozzo
14 Marzo 2002
SE BENIGNI È IL NUOVO TOTO’, D’ANTONI PUO’ NON ESSERE L’ANTICO PIPPO BAUDO?

Benigni contro Moretti, una scelta storica, il “piccolo diavolo” diviene un piccolo angelo: tocca il pisello di Baudo ma recita l’inno alla Vergine Madre del paradiso dantesco come elogio alla donna, fa gli auguri al nuovo Presidente della Rai ed augura a Berlusconi di far sentire gli italiani orgogliosi di essere italiani. Che è la cosa che commuove Berlusconi perché infine quello è proprio il suo desiderio. Berlusconi è un puro di cuore e Benigni lo ha capito. Ed adesso che fa Moretti? Perché infine Benigni lo ha fatto diventare il “tragico” della sinistra mentre lui diviene il comico nazionale, prende il posto lasciato da Aldo Fabrizi, da Alberto Sordi e dal massimo: Totò. Che di sinistra certo non era. Tra le molte cose significative della destra italiana negli anni Cinquanta dovremmo mettere non solo Guareschi ma anche Totò. Dopo La vita è bella, Benigni è passato dalla parte dei cherubini. E con un colpo solo ha aggirato il girotondo attorno alla Rai. Ha fatto il girotondo del girotondo, non ha nemmeno dimenticato la signora Ciampi, una signora che tiene a non essere dimenticata. Sanremo en plein per il centro destra. Ora D’Antoni non può non essere dove sta Pippo Baudo. Omaggio ai colpi di genio, specie quando giovano alla nostra parte, perché Benigni, come Berlusconi, ha giocato apertamente sull’amore, e Berlusconi ama forse persino Scalfaro: meglio, sarebbe disposto ad amarlo se non lo vincesse il buon gusto più che il rancore. Invece la sinistra non sa che odiare, quella “cattolica” poi eccelle, visto che odia in nome della carità. Castagnetti è l’odio parlante. E quasi mi pento di aver chiamato la Bindi “Pasionaria” perché conosco le canzoni della vera Pasionaria, Dolores Ibarruri: “Madrid que bien resiste”, canzone di passione ma non di odio: e la Bindi è in grado di cantare credibilmente solo “I morti di Reggio Emilia”, canzone di odio. Benigni così è divenuto dei nostri, il partito dell’amore, contro il partito dei girotondi, che sembrano le ballate della morte, quelle che gli indiani facevano prima di scotennare il malcapitato. Le vostre ballate sono invocazioni di morte, di allegro non hanno nulla. Odio, odio, odio. O di odio si schiatta, oppure di odio si spara. Dalla “camera del figlio”.

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