Chirac, il vuoto politically correct

Di Gianni Baget Bozzo
09 Maggio 2002
È politically correct dire che Le Pen è il fascismo. Vien da sorridere

È politically correct dire che Le Pen è il fascismo. Vien da sorridere: un vecchio senza partito, senza deputati, senza candidati, forte solo della pubblicità che gli dà l’avversione degli avversari fascista? Ma questo significa aver dimenticato che i fascismi contavano sulla violenza: e non è Le Pen ad usare la violenza, ma i no-global. E poi capisco che la storia è dimenticata, ma il fascismo prima creò le squadre poi il governo poi gli elettori. Il nazismo costituì le squadre, poi gli elettori, poi il governo. Dire che Le Pen è fascismo sta a dimostrare come il politically correct della sinistra sia falso. Il risentimento anti istituzioni di Bruxelles si è universalmente diffuso in Europa e nell’Unione europea, lo è egualmente il problema della convivenza con la comunità musulmana, che è scoppiato, sia nella piazza che microscopicamente nei voti in Germania. Ho persino letto che in Germania dell’Ovest sono Germani e quelli dell’Est germanizzati, uno strano approccio del rapporto tra Wessies ed Ossies. Sono problemi reali che esistono in Europa e che, quando emergono politicamente, danno luogo al termine di fascismo, razzismo, antisemitismo: come se non esistessero le etnie legate al costume, alla terra, alla storia, come se l’Europa, per essere europea, dovesse diventare un’entità generica od uno spirito puro senza carne, senza storia, senza memoria. È così che l’Europa rischia di diventare il luogo del politically correct inteso come la negazione della dimensione terrigena, corporea dell’essere umano. La storia è fatta dalle anime, ma vista dai corpi ed i corpi contano. Ed i corpi sono storia. È comprensibile che l’Europa non si rassegni a diventare terra di colonizzazione islamica. Vedo che la Chiesa Cattolica in Francia è stata l’unica istituzione silenziosa nel caso di Le Pen. Mi vien da sorridere quando Le Pen viene accusato di antisemitismo. Lo schieramento della sinistra contro Israele è il più forte movimento antiebraico in Europa dopo la storia del nazismo. E l’antiisraele, cosa che dovrebbe preoccupare gli ebrei, è entrato nel politically correct della politica francese ed ha contribuito più a mettervelo Chirac che non Le Pen. Il multiculturalismo è destinato a suscitare la questione etnica. Ed è significativo che la Chiesa cattolica, nonostante la secolarizzazione della sua pubblicistica, abbia preso posizione contro un documento così espressivo del multiculturalismo come la Carta Europea. Le Pen ha sconvolto la politica francese. Abbiamo un presidente della Repubblica che ha lo score del 19 per cento da solo e l’81 per cento con il soccorso di chi lo accusa di essere un ladro e che dichiara di sostenerlo come la corda sostiene l’impiccato. Chirac è il vuoto politico del politically correct, del multiculturalismo dominante, che entra in crisi con la sconfitta dei socialisti in Francia e, speriamo con la sconfitta del multiculturalismo in Germania dopo la sconfitta dei socialisti.

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