
Piccole frontiere
Sono andato domenica pomeriggio in un paesino della bassa milanese dove c’è, da circa 10 anni, una casa d’accoglienza per ragazze madri extracomunitarie. Tutto è curato e lindo nella casa: ci sono le tendine alle finestre, le culle dei bambini e i mobili sono graziosi. Tutto parla di quella cura dei particolari e quell’amore alla persona tipicamente cattolico. Infatti, grazie al paziente lavoro del parroco, dopo una iniziale ostilità il paese è favorevole all’iniziativa. Se ne trae una piccola lezione generale. Dominano, solitamente, padroni delle ferriere, interessati ad avere quote di immigrati a basso prezzo per le loro fabbriche senza curarsi della loro qualità della vita; massimalisti astratti che, aprendo indiscriminatamente le frontiere, pensano di aver accolto; e xenofobi sfruttatori. Ma vi sono anche tante piccole comunità, coscienti della difficoltà e della responsabilità insita nell’accogliere persone così diverse. Questi piccoli gruppi percorrono la lunga strada morale e operativa di educarsi e educare all’incontro con chi è diverso. Come è gia avvenuto in Europa tanti secolo fa.
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