Cattolillipuzziani e dottrina della fede

Di Gianni Baget Bozzo
23 Gennaio 2003
Civiltà cattolica tratta della riunione No global di Firenze sotto il titolo di un nuovo radicalismo cattolico

Civiltà cattolica tratta della riunione No global di Firenze sotto il titolo di un nuovo radicalismo cattolico. Il nuovo radicalismo cattolico è No global e si riunisce sotto il titolo, tolto ad Isaia, di “Sentinelle del Mattino”. Isaia è il creatore del linguaggio escatologico nell’Antico Testamento, e vede il ritorno degli ebrei da Babilonia e l’avvento di Ciro di Persia come un’azione propriamente divina. L’escatologia di Isaia è anche una protologia, perché vede Babilonia come l’Egitto ed il ritorno degli israeliti come un nuovo esodo dall’Egitto, una vittoria sul faraone. La Pira invocava Isaia nel medesimo senso; una specie di pace universale, una sorta di millennio apocalittico, una pace immanente nella storia e della storia. In La Pira c’era un elemento gioachimita, che manca nell’utopismo laico delle Sentinelle. Ma anche per La Pira il faraone erano gli Stati Uniti. Nelle Sentinelle del Mattino ci sono tutti i movimenti cattolici, come se ci fosse un’affinità tra tutti i movimenti cattolici, i più vari e più ignoti, e l’utopia verde e antioccidentale che unisce Lilliputh ai No global. E pensare che nella compagnia dei lillipuziani cattolici c’è anche padre Zanotelli, che invoca per l’Occidente un destino simile a quello di Babilonia. E Babilonia è gli Usa: sono loro il nemico, colui che i piedi dei poveri dovranno calpestare. Come dice il Salmo. Perché i movimenti cattolici sono confluiti, in nome di una nuova era di giustizia, nell’utopismo verde? Perché l’idea di rivoluzione è tornata nel mondo cattolico, quando è finita nel mondo? Forse perché è caduta l’idea dell’imitazione di Cristo, il valore della santità personale nell’ordine storico che è la posizione cattolica tradizionale? Forse perché i movimenti debbono motivare socialmente e collettivamente il loro cristianesimo collettivo? A questa considerazione vorrei aggiungere un brano del testo della Nota dottrinale della Congregazione per la dottrina della fede sull’impegno politico dei cattolici: «La fede non ha mai preteso di imbrigliare in un rigido schema i contenuti socio-politici, consapevole che la dimensione storica in cui l’uomo vive impone di verificare la presenza di situazioni non perfette e spesso rapidamente mutevoli. Sotto questo aspetto sono da respingere quelle posizioni politiche e quei comportamenti che si ispirano ad una visione utopistica la quale, capovolgendo la tradizione della fede biblica in una specie di profetismo senza Dio, strumentalizza il messaggio religioso, indirizzando la coscienza verso una speranza solo terrena che annulla o ridimensiona la tensione cristiana verso la vita eterna». Sembra che nella Chiesa valga in modo singolarmente nuovo e paradossale la massima evangelica: “Non sappia la destra ciò che fa la sinistra”.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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