
Dispute tra don. E postilla per l’Annunziata
Giuliano Ferrara non ama più Berlusconi: ed è un problema politico perché ciò sia accaduto. Giuliano ha un’alta immagine della politica. Non dirò che per lui un leader è un pastore del popolo come nell’Iliade, perché Giuliano non ama il popolo ma adora il principe. Da vero intellettuale italiano, egli pensa, come Machiavelli, che il politico debba liberare l’Italia dai barbari e “porre l’anima per lo Stato”.
Per Giuliano il politico è un’opera d’arte, un ideale estetico: suppone quell’aumento della carica sulla persona, quell’augere che è espresso dal latino auctoritas. Berlusconi non pone l’anima per lo Stato e recita puntualmente se stesso. Il politico Berlusconi è l’uomo Berlusconi prestato alle istituzioni. De Gasperi aveva creato la frase scandalosa di essere «un trentino prestato all’Italia».
Quello che spiace a Ferrara è che Berlusconi abbia così poca dignità da non controllare le interviste, abbandonarsi al sentimento e poi, tranquillo, chiedere scusa sia ai musulmani che agli ebrei e persino al Parlamento europeo. Credo che sia ebrei che musulmani e soprattutto il Parlamento europeo ci abbiano guadagnato qualcosa, Berlusconi ci ha guadagnato la libertà di espressione.
Ora leggeremo su Il Foglio le invettive contro questo Silvio che deborda così sulla figura del presidente del Consiglio e non cela la sua umanità dietro le istituzioni.
Sandro Bondi ne farà le spese: perché Il Foglio è sempre il giornale della moglie e potrebbe essere recensito (mai accadrà) dal Giornale del cognato. Come Giove olimpio Giuliano lancerà i fulmini nel cielo, tra gli applausi dei tanti a destra e a sinistra che vorrebbero farlo e non ne hanno l’autorità (Giuliano è di per sé un’auctoritas).
Bondi si è già visto invitato a far fuori ogni immagine di Berlusconi dal proprio studio, dove, per quanto mi risulta, non c’è mai stata. Ma sarà uno spettacolo di vera genialità vedere Giuliano muoversi tra il Berlusconi pubblico e il Berlusconi privato trovando un punto di equilibrio. Il Foglio aumenterà i lettori, anche a sinistra.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
Noi non abbiamo la loro autorità, però li amiamo entrambi, don Gianni e don Giuliano. Perciò, considerato il periodo di vacche magre, non ci spiacerebbe vedere la più seducente delle coppie innamorate della res pubblica, nella doppia conduzione (o nella doppia argomentazione, magari col contrappunto di un Otello scalfariano) di una Striscia la notizia formato Rai.
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