
Lei è una singolare figura, presidente Prodi
L’evoluzione della sinistra italiana procede per capitomboli. All’inizio del Triciclo, vi era il disegno di creare un partito riformista di nuovo tipo, che, comprendendo margheriti, diessini, socialisti, avrebbe dovuto dar vita ad una nuova formazione politica nel parlamento europeo. In questa chiave, le figure qualificanti erano socialiste, venivano dal Psi, cioè da Craxi, che aveva dato alla parola riformista un significato politico perduto dai giorni di Turati e di Matteotti. Boselli pareva il detentore del gioco, tanto che era colui che si permetteva di discriminare i voti di Di Pietro perché Di Pietro, diceva Boselli, non ha nulla a che fare con la tradizione riformista. E credo bene che un craxiano come Boselli non si trovasse bene in una medesima lista con Di Pietro. Il Triciclo era fatto di tre ruote, tutte con qualche contenuto riformista. Si erano riconosciuti tali nella Margherita persino Marini e la Bindi, provenienti dal partito popolare. Triciclo voleva dire tre e soltanto tre.
Tutta questa storia è stata cancellata senza meraviglia: il triciclo potrebbe diventare un otto/nove-ciclo, perché tutti i massimalisti di sinistra, cioè gli esclusi dal Triciclo, sono stati riconosciuti come soci a pari titolo di questa grande alleanza elettorale che è l’Ulivo infinito: senza limiti, senza contenuti, senza finalità, senza niente insomma. Una pura moltitudo come quella teorizzata da Toni Negri utilizzando Spinoza. Tutto quello che conta è avere più voti dei partiti della Casa della Libertà alle elezioni europee. è veramente la verifica del proverbio: voler salvare la vita al prezzo di perderne le ragioni. Tutto questo è opera di Romano Prodi presidente della Commissione europea e che dovrebbe rappresentare l’Europa, ma ha scelto come titolo dell’unità illimitata dell’Ulivo, proprio un terreno minato, un terreno su cui l’Unione Europea è stata a lungo divisa e cerca ora di produrre una qualche unità: la guerra irakena e il ristabilimento di una legalità democratica e federale in Irak. Prodi dovrebbe essere come presidente della Commissione l’uomo che cura le divisioni: diviene come leader ad interim dell’Ulivo illimitato colui che allarga le piaghe: un torturatore politico. Il male della cosa, caro presidente ad interim dell’Ulivo illimitato, è che lei non sa che Osama Bin Laden l’ascolta e che lei dà dell’Italia la stessa immagine della Spagna prima di Atocha, cioè di un paese diviso. Lei è una singolare figura, presidente Prodi, lei scherza con il nulla dell’Ulivo totale e con il fuoco del terrorismo islamico. Una buona finale per un dossettiano doc.
Nel contempo Berlusconi ha giocato fino in fondo il ruolo di uomo di Stato europeo perché è stato in grado di fare ciò che un uomo di Stato europeo deve tentare: portare sulla medesima linea Stati Uniti, Nazioni Unite, Unione Europea. Nel suo discorso in parlamento, Berlusconi è apparso come l’uomo politico europeo che si è maggiormente adoperato per creare questo consenso. Lei, presidente Prodi, ha fatto come il rimpianto Malfatti nel ’72, che lasciò la presidenza della Commissione europea per candidarsi alle elezioni politiche italiane. Anche lei ha lasciato vacante la carica di presidente europeo per la voglia di prendere voti a elezioni che non sono di governo e mostrare che ella esiste ancora nell’elettorato italiano: anche se non si comprende quale senso abbia la sua esistenza mentre si può purtroppo valutare il danno che essa produce.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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