
QUATTRO PUNTI PER LA SCUOLA
Sulla riforma scolastica e universitaria, tra proposte e controproposte si rischia di perdere il filo. Non solo di quanto viene proposto ma anche di quali sono le esigenze fondamentali, cruciali intorno a cui deve ruotare ogni riforma. Quattro sembrano oggi gli aspetti più rilevanti:
1. Doppio canale e rilancio della formazione professionale. Il primo passo da intraprendere è il superamento di una concezione che prevede un’offerta rigida, uniforme, omologante e una liceizzazione spinta di ogni percorso scolastico. Da questo punto di vista, l’ipotesi del secondo canale previsto nella legge Moratti volto a rivalutare il sistema di formazione professionale, la possibilità di personalizzare i percorsi attraverso una varietà di strumenti e di metodologie, e la pluralità dei soggetti erogatori, costituiscono i tre cardini su cui si fonda un reale servizio alla persona. Tale flessibilità può essere uno strumento per la lotta contro l’abbandono scolastico.
2. Sistema paritario. Occorre un sistema paritario in cui una scuola statale che permette al suo interno un reale pluralismo culturale venga affiancata da scuole libere, tali da garantire la libertà di scelta della famiglia, a cui va riconosciuto il diritto inalienabile di definire le linee dell’educazione dei figli. Un sistema paritario tra scuole libere e scuole gestite dallo Stato è stato determinato dal ministro Berlinguer e la modifica costituzionale dell’articolo V lo ha confermato solennemente. Occorre quindi rendere effettiva tale parità giuridica ponendo fine a una sottrazione di fondi ingiusta a danno di alcuni cittadini e degli studenti, equiparando l’Italia a Paesi come Irlanda, Spagna, Germania, Olanda, Belgio e Inghilterra.
3. Sostegno all’eccellenza universitaria. In Italia il diploma triennale, nonostante abbia avuto effetti positivi sulla diminuzione degli abbandoni, è stato spesso l’occasione per una rinuncia alla ricerca del merito e per una riduzione del livello di conoscenze richiesto. La rinuncia del sistema universitario italiano alla ricerca dell’eccellenza è forse la prima causa dei problemi dell’università. Un intervento legislativo per sostenere master e dottorati delle università lombarde risulta essenziale per ovviare a tale problema.
4. Diritto allo studio universitario. In Italia criteri di finanziamento che prevedono tasse di iscrizione basse, nettamente inferiori ai costi, e aiuti allo studio minimi, sono tra le cause dell’elevata percentuale di abbandoni. Si paga l’università anche a chi avrebbe i mezzi e non si riesce a evitare che chi non li ha sia costretto a lavorare con gravi conseguenze sul rendimento. Interventi nettamente più selettivi a vantaggio dei capaci meritevoli ancorché privi di mezzi risultano indispensabili per garantire l’uguaglianza delle opportunità.
*Presidente Fondazione sussidiarietà
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