Sei un mito/Chiesa

CARD. MARIO POMPEDDA. «Una cosa è l’aborto, un’altra la legge che lo prevede. Riguardo alla legge diretta è la responsabilità del parlamentare che la vota, mentre solo indiretta è quella dell’elettore che l’ha eletto. In situazioni limite, il voto a un politico abortista potrebbe anche costituire un male minore».
DON ANTONIO MAZZI. «Con Ratzinger, invece, dico addio alla linea di Giovanni Paolo II, alla linea del dialogo e dei giovani. Pensando che abbiamo davanti temi come quello della pace nel mondo, della globalizzazione, dell’ecumenismo. Non lo so, avrei preferito qualcun altro».
ALBERTO MELLONI. «Risanare questo clima drogato richiede uno sforzo. Uno sforzo di trasparenza mite, una seria pacatezza, anche a proposito del ruolo e del futuro della Cei».
PADRE ENZO BIANCHI. «Purtroppo oggi sono aumentati quanti pensano che la fede non possa sostenersi senza l’appoggio dei poteri, senza, insomma, diventare “religione civile”. Che tristezza la collusione tra religione e nazione durante il lutto e il dolore per le povere vittime italiane barbaramente uccise in Irak».
DON ANTONIO SCIORTINO. «L’obiezione alle spese militari non può essere liquidata semplicisticamente come trasgressione delle leggi e del bene comune cui ogni cittadino contribuisce con il pagamento delle tasse. Non si può ignorare il valore positivo finalizzato a contrastare la difesa armata e obbligare lo Stato a organizzare vie alternative».

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