
La confraternita dei Toga Party
Il magistrato sospira e rilegge la mail: «Solstizio d’estate, lo sanno le fate, il giorno è più lungo e la notte. vedrete! Trovarsi a far festa ormai è uno sfizio ma, osiamo pensare, non è che l’inizio!!!!». Firmato Magistratura Democratica. “No all’economia di punti esclamativi, sì alla promozione filmografica di John Belushi”. Così da chiarirsi il senso dell’effige di John “Bluto” Blutarsky di “Animal House” disegnato sull’invito al Toga Party. D’accordo, il magistrato combattente avrà pure diritto al relax dopo un anno di diutrurne battaglie antiCav. Ma che c’azzecca la toga rossa con le feste pagane? Eppure è proprio da Md, la più rossa (e la più politicizzata delle correnti in ermellino) che viene l’invito alla “festa del sole e delle fate”. Si capisce che al Tribunale di Milano l’ultimo anno giudiziario è stato proprio faticoso. Già. Non c’è stato giorno in cui la posta interna del Palazzo di Giustizia non fosse intasata da appelli, manifesti, inviti alla mobilitazione. Con sigle sempre diverse. E di colore politico sempre uguale. Indovinate quale. Così, a gennaio ricevevi l’appello a scendere in piazza a difendere la 194 (contro « i ripetuti violenti attacchi delle gerarchie ecclesiastiche»). A febbraio dovevi annotare «la manifestazione nazionale di Roma “Tutti in pacs”, con la quale abbiamo costruito un ponte ideale». A marzo eri invitato al dibattito “Vivere più sicuri” con Rosalba Benzoni, segreteria provinciale Ds, candidata dell’Ulivo alla Camera: «Furti e rapine sono aumentati paurosamente anche perché i tagli dei finanziamenti decisi dal governo Berlusconi eccetera». Ad aprile non potevi perderti l’incontro dei “Giuristi Democratici” su “Pacs e Unioni civili: nuovi aspetti del diritto di famiglia”, con Franco Grillini. A maggio, «una serata coordinata da Lella Costa» per presentare i candidati alle elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), con la segretaria Cgil Lombardia Susanna Camusso e la senatrice dell’Ulivo Anna Finocchiaro. A giugno guai a non esserci per gli applausi a Mussi e all’Europa che finanzia la ricerca sugli embrioni umani. D’altra parte, Md non si era già distinta lo scorso anno nell’avversare la Legge 40, «una legge ideologica nel dettare una morale di Stato; con forti profili di incostituzionalità; rigidamente prescrittiva e incongruente»? La stessa segreteria di Md che già a inizio anno segnalava l’allestitimento di banchetti nel Palazzo di Giustizia di Milano, concordati con «il personale amministrativo aderente alle tre sigle Cgil, Cisl e Uil» e le associazioni «che hanno aderito al comitato nazionale “Salviamo la costituzione”, costituitosi per contrastare la riforma costituzionale votata dal parlamento e per promuovere il referendum e la campagna per il No». Md è schierata e perciò è normale che diffonda il pamphlet Perché dire no alla riforma illustrato dalle vignette antiberlusconiane di Vauro e Altan. Ma dall’Associazione Nazionale Magistrati – il “parlamento” della magistratura, con 8284 iscritti su un totale di 8886 magistrati italiani, il cui codice deontologico è consacrato a “Indipenenza, imparzialità, correttezza” – non ti aspettavi una mossa come quella di Paolo Carfì, presidente della sezione milanese Anm che ha messo in circolazione a Palazzo di Giustizia la sua filippica a favore del “No”. Ora ai cittadini potrebbe anche venire una domanda: ma la Costituzione non prescrive che i magistrati non devono soltanto “essere” ma anche apparire “imparziali”? E allora perché tanta politica in Tribunale? Misteri del solstizio d’estate.
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