In classe con Emergency

Milano. La scuola del Parco Trotter Casa del Sole compie 80 anni, undici da che divenne il primo istituto comprensivo d’Italia unendosi alla media Rinaldi di via Pontano. Ma non è per questo primato che finisce sempre sui giornali, «forse perché potremmo essere considerati l’unità di misura dei flussi migratori, con il 50 per cento di stranieri su un totale di quasi mille studenti», spiega il dirigente Francesco Cappelli. Da gennaio 2005 a marzo 2006 solo i neoarrivati sono stati 117: «I più numerosi sono cinesi e filippini, seguiti da sudamericani, arabofoni e dai ragazzi dell’Est». Al Trotter si mastica integrazione anche in orario extrascolastico: «è qui che il consolato organizza al sabato corsi di cinese per 140 cinesi naturalizzati. E qui si svolge un progetto dell’università Cattolica coordinato dal professor Paolo Branca per insegnare la lingua araba a gruppetti delle elementari». Proprio alla Casa del Sole, all’inizio tra l’89 e il ’90, il Centro Islamico dell’emiro Ali Abu Shwaima aveva avviato attività didattiche per bimbi musulmani. A Cappelli la notizia giunge nuova, «ma del resto la storia della scuola è lunga. E anche se in certe situazioni il rischio di incomprensioni culturali è sempre presente, posso dire che l’atteggiamento dei musulmani qui è molto tollerante». Tra le poesie che tappezzano il primo piano della Rinaldi, il testo di un volantino (epurato da frasi come “il tuo cristo è giudeo” ma spesso usato per ricordare Carlo Giuliani, che ne teneva una copia in un cassetto): “La tua macchina è giapponese, la tua pizza italiana, la tua birra tedesca (.) e tu rimproveri a tuo fratello di essere uno straniero”. Accanto alla scuola, la sede di Emergency: «In occasione della giornata dei diritti dei bambini le medie presenteranno il progetto “Conferenza della pace”. Gli alunni racconteranno la guerra dei bambini afghani o iracheni, mentre si proietteranno foto di Emergency delle ferite causate delle mine o i dalle cluster bomb». Le iniziative interculturali al Trotter non finiscono qui. «L’integrazione però deve risolversi prima di tutto sul piano delle problematiche sociali. Quello che posso dire è che nella nostra scuola le premesse ci sono tutte. La scuola pubblica è la senza dubbio la punta avanzata dell’integrazione».

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