
Un valenciano a La Spezia
Tra le decine di studi prestigiosi in cinque erano arrivati alle finali: Obermeyer, Studio Valle, Guillermo Vasquez Consuegra, Ove Arup e José Llavador, ma a spuntarla alla fine è stato proprio quest’ultimo, l’urbanista valenciano che si è aggiudicato, il 20 ottobre scorso, la progettazione del nuovo waterfront della città di La Spezia. A un anno dal bando internazionale di idee per la rivisitazione dello scalo promosso da Comune, Regione Liguria e Autorità portuale, il sindaco della città ligure Massimo Federici ha potuto così svelare il know how alla base del rinnovamento promosso dallo studio Areas dell’architetto spagnolo in collaborazione con lo studio romano Schiattarella e l’architetto Aldo Mazzanobile, e che meglio ha risposto ai princìpi di sostenibilità, qualità urbana, sviluppo turistico e mobilità richiesti dal bando.
Classe 1954, vivace protagonista dell’urbanistica di Valencia e dal 2000 membro del Royal Institute British Architects, quello di José Llavador è un nome noto da tempo in Italia dove, fra le altre, si è occupato della riqualificazione del waterfront di Olbia, il porto turistico e terminal croceristico di Golfo Aranci. Ora lo scalo spezzino, un progetto «molto raffinato» a giudizio della commissione «sia nel disegno della costa che nelle connessioni con la città. Di grande interesse la soluzione di parziale interramento dell’attuale lungomare». L’area, oltre 150 mila metri quadrati, sarà infatti oggetto di un profondo ripensamento del rapporto tra La Spezia e il mare: si promettono nuove soluzioni di connessioni porto-città, una delle quali prevede il parziale interramento di viale Italia per riportare i palazzi spezzini ad affacciarsi direttamente sulla costa. È prevista inoltre una rivisitazione completa del molo Garibaldi all’interno del porto commerciale e, fulcro dell’intera operazione, il recupero della Calata Paita: dove oggi la banchina è affollata di silos e infrastrutture portuali troveranno posto una nuova stazione crocieristica,spazi congressuali, ricettivi, commerciali e culturali.
La premiazione segue di pochi giorni la chiusura del Waterfront Expo 2007, la più importante conferenza sullo sviluppo dei litorali che ha avuto sede, dal 2 al 4 ottobre, a Lisbona, dove relatori di fama internazionale, come l’architetto Lord Richard Rogers e leader del settore come Norman Foster & Partners e Colliers Cre, si sono confrontati con numerosi colleghi ed esperti portuali sul futuro del rapporto tra spazi urbani e acquatici, facendo il punto su alcune importanti esperienze realizzate nel mondo degli ultimi anni, tra le quali spiccano i case study di Lisbona, Liverpool, Valencia e Vancouver. Ripensare lo sviluppo delle città marine o fluviali, implementare il partenariato pubblico-privato e programmare uno sviluppo sostenibile continuo e a lungo termine di porti e città nel rispetto dei dieci princìpi approvati durante la conferenza globale sul Futuro Urbano (Urban 21) riunita sotto l’egida dell’Onu nel 2000: con questi assunti la quinta edizione dell’expo ha registrato un record di presenze con 530 persone provenienti da 40 paesi e coinvolgendo 72 città marittime. E i lavori in vista del Waterfront Expo 2008 che si terrà a Liverpool sono già iniziati.
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