
Carte e dadi in Val di Susa
La scorsa settimana l’Unione Europea ha confermato il finanziamento di 671,80 milioni di euro per la tratta transfrontaliera Torino-Lione. Ognuno ha salutato la notizia a modo suo. Chi come una importante vittoria «del metodo del dialogo e del partito del fare», come ha detto il ministro Antonio Di Pietro, chi della «credibilità delle istituzioni, che hanno lavorato con lo stesso obiettivo insieme alle comunità locali», come ha ricordato il sindaco torinese Sergio Chiamparino. Chi ribadendo che si tratta del «finanziamento di un’opera fantasma» (Vittorio Agnoletto), di «un’opera inutile, devastante ambientalmente e dannosa economicamente», «un’ulteriore truffa ai danni dei cittadini contribuenti italiani ed europei», come recita la nota dei Comitati No Tav della Val di Susa, Val Sangone, di Torino e della cintura, che l’8 dicembre festeggeranno il secondo anniversario di Venaus, la riconquista del cantiere dopo la carica delle forze dell’ordine del 2005. E chi allestendo una collettiva di 20 artisti contro la Tav (tutti valsusini eccetto il nobel Dario Fo) che fino al 7 dicembre resterà esposta presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino corredata dagli scritti di Mario Rigoni Stern, Laura Mancinelli, Dario Fo, Guido Ceronetti e Gad Lerner.
Ma il gioco di ruolo sulla Tav ancora ci mancava. Nel corso della serata inaugurale della mostra, sempre presso il Centro Studi Regis si è infatti giocata la prima partita ufficiale del primo gioco di ruolo sulla questione Tav in Val di Susa: una simulazione di confronto tra due gruppi opposti di “portatori di idee” (pro e no tav) elaborata dalla professoressa Elena Camino dell’Università di Torino, insieme a Carla Calcagno con la consulenza di Angela Dogliotti Marasso, battezzata “Festina Lente”, locuzione attribuita a Svetonio e traducibile con “Affrettati adagio”. In buona sostanza se in un primo momento del gioco il vincitore è decretato dall’esposizione più convincente delle proprie tesi, supportata dalla documentazione allegata ad ogni carta-personaggio, in un secondo momento i sostenitori dei fronti opposti si mischiano per trasformare i loro conflitti in modo costruttivo evidenziando bisogni comuni. Nel V secolo avanti Cristo qualcosa di simile esisteva già nel mondo ellenico e veniva chiamato “retorica”. Un capo d’imputazione che ci pareva che i valsusini amassero addurre ai ministri delle grandi opere. Aspettando il Trivial Pursuit sul sistema elettorale e la battaglia navale sulla fecondazione assistita.
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