Julieta. Ritorno al miglior Almodóvar

Di Simone Fortunato
14 Giugno 2016
Una donna cerca di riallacciare il rapporto con la figlia che non vede da anni
epa05311328 An undated handout film still provided by the Cannes Film Festival organisation on 16 May 2016 shows Spanish actress Adriana Ugarte in a scene of 'Julieta'. The movie by Spanish director Pedro Almodovar is presented in the Official Competition of the festival which runs from 11 to 22 May. EPA/CANNES FILM FESTIVAL / HANDOUT TO BE USED ONLY IN CONNECTION OF THE CANNES FILM FESTIVAL HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Una donna cerca di riallacciare il rapporto con la figlia che non vede da anni.

Pedro in gran spolvero. Non è Tutto su mia madre o Parla con lei ma questo Julieta è un po’ il ritorno al melodramma classico di Almodóvar e traccia una bella distanza dagli ultimi morbosi La Mala Educación, La pelle che abito e il debole Gli amanti passeggeri.

Qui si torna ai primi e primissimi piani dei suoi film migliori. Con Julieta che riempie lo schermo ed è alle prese con la più classica delle storie d’amore e di dolore. Almodóvar, quando non la butta sul malsano, è un maestro nel raccontare l’amore selvaggio e viscerale che ha la pretesa di non morire mai.

Lo racconta qui con il suo solito stile fatto di colori accesissimi, interpretazioni sanguigne e simbolismi più o meno facili e riesce a rendere veri e umani i suoi personaggi a caccia più che dell’amore e di un punto fermo nella vita, di una parola di perdono e di comprensione per la propria miseria.

Foto Ansa

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