
Gli stakanovisti Calise e Pisapia litigano sulla partecipazione (sempre meglio che lavorare)
Ci sono parole che feriscono più della spada. E Giuliano Pisapia lo sa bene. Il sindaco di Milano c’è rimasto male. «È dispiaciuto», scrivono sul Corriere della Sera. Soprattutto sente di non meritarselo dopo tutto quello che ha fatto per la città. In particolare non se lo aspettava da lui. Se fosse stato Carlo Masseroli, capo dell’opposizione del Pdl a Palazzo Marino, avrebbe capito, l’avrebbe bollato come avversione ideologica. Ma da Mattia Calise, il giovanissimo consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo no.
«Mi dispiace per quello che dice Mattia Calise – ammette l’uomo della Rivoluzione arancione – perché dovrebbe sapere che se c’è un sindaco che ascolta tutti è il sindaco di Milano. Calise lo sa perfettamente. Probabilmente gli è sfuggita una parola che non pensava». Dichiarazioni che vengono riprese da tutti i giornali. Ma sotto sotto il tarlo resta: e se l’avesse detto perché lo pensa davvero? «Milano è all’avanguardia – assicura alla stampa Pisapia, ma è come se pensasse tra sé e sé -. Chiaramente ci vuole una gradualità perché non è possibile cambiare una città in uno o due anni, ma stia tranquillo Calise».
Ecco, quasi gli dà ragione a forza di rimuginarci su. E finisce per giustificarsi e rilanciare: «Ma deve collaborare Calise, non può e non deve limitarsi alla protesta». Insomma, può anche avere ragione ma denunciare il fatto così, senza poi fare niente per rimediare non va bene. È un colpo basso. In fondo, Pisapia è pur sempre la “forza gentile” che cambia Milano, le cose fatte così non può accettarle. Anche perché, ripete come se volesse rassicurarsi, «quello che è certo è che io continuo a ricevere da tutta Italia richieste di partecipazione mia e di persone che hanno vissuto l’esperienza elettorale di governo a Milano». Tutto questo a dimostrazione che «Milano è un punto di riferimento per il modo e le modalità di fare politca» e quelle parole proprio non le meritava.
Perché, Mattia Calise, di che cosa l’ha accusato? Con quali gravi parole ha voluto infangare lui e la sua giunta? Che cos’è che cruccia fino a questo punto il sindaco della seconda città più importante d’Italia, tanto da togliergli il sonno? La pessima gestione di Sea, il Pgt stravolto, la metropolitana che va a rilento, l’Expo che non si capisce niente, la Galleria in Duomo svenduta ai ricchi, lo smog perenne, l’Area C che ha fatto infuriare i commercianti, la crisi della Scala, la raccolta differenziata non ancora a regola d’arte? Niente di tutto ciò e peggio di tutte queste cose messe assieme: «Pisapia? Lo boccio a partire dalla partecipazione: prima decidono e poi vanno in giro a dirlo ai cittadini». Terribile.
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1 commento
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Caro Calise
dato che sei tanto bravo nello scovare il marcio, ti affido un altro compito:
domenica 6 maggio a Palazzo Marino si sono svolte le premiazioni del concorso letterario indetto dalla Tazzinetta Benefica, storica (risale al 1800) associazione che distribuisce pasti e aiuta i bisognosi. Da 8 anni il concorso è patrocinato dal Comune da 4 anche dalla Regione e da varie associazioni. Ogni anno il premio era atteso dagli studenti perché l’unico per allievi delle scuole superiori. Alle premiazioni c’era il vicesindaco e poi seguiva un piccolo rinfresco. Quest’anno altra situazione: alle 9,50 la folla dei premiati e dei parenti è stata fatta entrare, con estrema maleducazione i commessi hanno impedito a molti, tra cui gli insegnanti, l’ingresso in sala perché dicevano “ci sono troppi”, la prima e seconda fila di sedie era per le “autorità”, ovviamente rimaste vuote per oltre mezz’ora: a nessuna autorità interessava (le elezioni ci sono già state); al saluto del Presidente ndella Tazzinetta è seguito un breve sproloquio della vicesindaco, arrivata trafelata e in visibile ritardo, che si è avventurata in un discorso che non c’entrava nulla con la manifestazione. Poi fuga!
Riprende il discorso il sig. Gildone della Tazzinetta ed ecco che arriva l’assessore alla cultura: altro discorso (per fortuna breve) che non voleva dire nulla e siccome i presenti si erano seccati e parlavano tra loro, il giovanotto ha pensato bene di sedersi.
Ecco le premiazioni:
fino all’anno scorso i ragazzi erano chiamati singolarmente, quest’anno no. A 5 per volta perché si doveva fare in fretta, la concessione della sala e dei commessi era di sole 3 ore (troppo oneroso il compenso).
Chiamare quindi frettolosamente 250 allievi e i vari insegnanti è stata un’affannosa maratona.
L’assessore ha felicemente contribuito al casino: dovendo distribuire gli attestati si è sempre confuso, pasticciando. Poi ha capito che era meglio filarsela: la sua figura l’aveva ben che fatta.
Non basta: da sempre seguiva l’evento un piccolo rinfresco (molto parco).
Gli studenti arrivano da tutta Lombardia, quelli di Sondrio o di Brescia e valli bergamasche sono partiti alle 5!
e che ti trovano: il nulla.
la fretta, la maleducazione dei commessi, due politici strologanti e ansiosi di battersela, e saluti e ciao.
La giusta parsimonia è stata inaugurata coi giovani talenti colti e impegnati in un tema sulle “nuove povertà” sulla solidarietà ecc.
Una figuraccia per noi milanesi, considerati sobri (bastava il poco degli anni scorsi) e ospitali (senza i commessi maleducati e i politici frettolosi.
Per tua gioia il 3 premio è sto attribuito a una bellissima del Machiavelli (5b) e sempre al tuo liceo sono state consegnate 49 (2,4,5B) targhe su 250.
Oltre allo splendido scoop sulla SEA, vedi di dire che se vogliono un manuale di buona educazione, possono farselo dare a prezzo agevolato: ne avete bisogno in gran quantità tra voi politici; con tante copie un po’ di sconto ve lo faranno.
Poi se vogliono essere munifici possono anche arruolare un cameriere di ristorante per educare i commessi, costa meno di un public relation men ed è più efficace.
La spesa del buffet: chiedano 2 euro ai partecipanti e vanno in pari.
Seguirò il tuo spirito critico
Questo almeno alla Tazzinetta Benefica è dovuto, visto che non si occupa di eventi, ma di poveri veramente
ciao
alla prox