La premier viene contestata all'esterno dalla minoranza anti-Landini, ma le sue parole sono state ascoltate dalla platea. Le distanze restano, ed è bene così
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il suo intervento all'assemblea della Cgil
Giorgia Meloni va al congresso della Cgil e non prende fischi, e questa è la notizia. Una vittoria per il presidente del Consiglio e per il segretario Maurizio Landini che l'ha invitata perché, come dirà annunciando il suo intervento a Rimini, «vogliamo ascoltare per chiedere poi il diritto di essere ascoltati».
Meloni non prende fischi ma nemmeno applausi, se non quando dedica un passaggio «all’imperdonabile assalto» di alcuni militanti di destra nell'ottobre 2021 a una sede del sindacato. Ma anche la mancanza di battimani, in fondo, è una vittoria sia per lei sia per Landini. Ci ascoltiamo, ci confrontiamo, ma non siamo d'accordo su molte cose. Il governo di qua, la Cgil di là: nessun inciucio.
La contestazione rimane dunque all'esterno, dove la minoranza (anti-Landini) ripete gli slogan che si è soliti udire da una certa sinistra: fascista, non sei gradita, cinica. Ventiquattro delegati abbandonano polemicamente la sala cantando Bella ciao e alzando i pugni al cielo. Meloni aspetta,...