
Tentar (un giudizio) non nuoce
Europee 2024. Quale partita giocherà Salvini?

In questi primi mesi della nuova Giunta Fontana in Lombardia, il mio ruolo di Sottosegretario alla Presidenza con delega alle relazioni internazionali ed europee, mi sta portando a toccare più il terreno fuori dai confini nazionali che non quelli della nostra regione. Se non fosse per i puristi della Costituzione, a cui riconosco ortodossia e stima ma che non amano le relazioni internazionali delle regioni, potrei dire di occuparmi della “politica estera” di una delle Regione più importanti d’Europa. Tolta un po’ di presunzione e ricondotta la mia investitura a delegato politico della Presidenza, non posso sottrarmi dal porre l’attenzione sulle questioni Europee che ci toccano sempre più da vicino e che incideranno sul futuro in maniera determinante. Mi sono messo così, tra un volo e l’altro, a guardare i numeri della composizione del Parlamento di Bruxelles (che conta 705 membri), conscio che tra il 6 e il 9 giugno 2024 ci sarà una tornata elettorale che coinvolgerà tutti i Paesi membri. Ebbene, ad oggi la maggioranza è retta da un’alleanza tra Popolari (176 parlamentari) e Socialisti e Democratici (144 parlamentari). A seguire (all’opposizione) il Gruppo Renew Europe, che potremmo definire liberal democratico e “macroniano” (102 parlamentari), Il Gruppo dei Verdi (73 parlamentari), il Gruppo Identità e Democrazia (64 parlamentari, tra cui quelli eletti nella Lega) i Conservatori (64 parlamentari, tra cui quelli di Fratelli d’Italia) e il gruppo confederato delle sinistre (34 parlamentari). 46 eletti non aderiscono ad alcun gruppo.
Questa mappa ci permette di comprendere quale sarà la scommessa politica e anche la posta in gioco delle prossime elezioni Europee.
Nella legislatura in corso l’unica possibilità per formare una maggioranza di almeno 353 parlamentari è stata quella di mettere assieme Popolari, Socialisti e Liberal-democratici, con una soluzione politicamente ibrida. Sarà ancora così nella prossima legislatura? Sembrerebbe di no. La prospettiva che si prefigura è quella di un’alleanza tra Popolari e Conservatori, che ad oggi però non avrebbe i numeri sufficienti, seppure sia ipotizzabile che l’onda lunga di Fratelli Italia sia destinata ad aumentare il Gruppo dei Conservatori. Ci sono poi i 64 parlamentari di Identità e Democrazia, nelle cui fila milita La Lega Nord, ma anche il partito della Le Pen, presenza che rende difficilissimo un dialogo con i Popolari. Nei fatti Identità e Democrazia è oggi un gruppo ostracizzato in Europa, considerato marginale ed escluso dalle alleanze politiche. Qui, si gioca la vera sfida per Matteo Salvini e il suo partito. La Lega vorrà in Europa continuare ad essere tagliata fuori da qualunque processo decisionale o vorrà assumersi l’impegno di rientrare politicamente in gioco? Nonostante Salvini abbia già manifestato il suo chiaro diniego ad entrare nel PPE, è ragionevole e credibile che intenda davvero congelare i suoi parlamentari (attualmente 25) che potrebbero anche diminuire ma essere comunque decisivi per costruire un’alleanza di centrodestra in Europa?
Anche perché volendo escludere una reiterazione dell’alleanza che oggi detiene la maggioranza, la quale ha generato parecchi problemi su dossier molto importanti per la vita quotidiana di cittadini e imprese ed escludendo sia i verdi sia il Gruppo della sinistra radicale, sul piatto delle alleanze rimane ancora una volta il gruppo dei liberal democratici macroniani (Gruppo Renew Europe). Vanno probabilmente letti in questa prospettiva anche tutti i percorsi di riappacificazione tra Italia e Francia.
A conti “approssimativi” fatti, l’auspicio non può che essere quello di vedere in crescita il PPE, anche grazie ai risultati delle recenti elezioni in Grecia e in altri Paesi, in alleanza con i Conservatori e almeno con le componenti di Identità e Democrazia, come la Lega, più disponibili a ragionamenti di Governo, per poi tentare un accordo con le aree più moderate e meno di sinistra dell’area “macroniana” al fine di costruire una maggioranza capace di governare l’Europa con linee programmatiche più razionali, epurate dalle spinte ideologizzate che nell’ultimo periodo, soprattutto sui temi ambientali, hanno sostenuto i socialisti europei. Questa volta la vera partita è proprio interna al centrodestra italiano. Sarà capace Salvini di assumersi le stesse responsabilità di Governo in Europa così come sta facendo in Italia?
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