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L’assurda accusa di genocidio a Israele

Di Giancarlo Giojelli
13 Gennaio 2024
Il triplice paradosso che ha portato il Sudafrica a intentare una causa alla Corte di Giustizia dell'Aia. Ci vorranno settimane per la sentenza e un'eventuale condanna darà fiato alle trombe dell’asse antisraeliano
Carri armati israeliani al confine della Striscia di Gaza (Ansa)
Carri armati israeliani al confine della Striscia di Gaza (Ansa)

Un triplice paradosso si consuma nel cuore dell’Europa. All’Aia si riunisce la Corte internazionale di giustizia. Imputato: Israele. Accusa: genocidio (cioè di voler sterminare tutti i palestinesi). Accusatore: il Sudafrica.

Primo paradosso: il paese accusato di genocidio è nato proprio dopo un genocidio, l’Olocausto, ed ha nella sua stessa ragione di esistenza la protezione degli ebrei dallo sterminio. Questo è chiaro alla coscienza di ogni cittadino israeliano, al di là delle convinzioni pro o contro il governo. È un'accusa che delegittima l'esistenza stessa di Israele.

Secondo paradosso: la convenzione internazionale sul genocidio, che è alla base dell'accusa, è nata dall'intensa battaglia di Raphael Lemkin, un giurista e magistrato ebreo polacco che non solo sintetizzò la fattispecie del reato, ma coniò nel 1944 il termine genocidio per le sterminio nazista degli ebrei, che Winston Churchill aveva definito un «crimine senza nome».

Terzo paradosso: il paese che accusa Israe...

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