L’idea di estirpare il Male è roba da horror. Meglio i film dove il confine tra buoni e cattivi è conteso
Corbin Bernsen in una scena di "The Dentist" (1996) di Brian Yuzna
Michael Mann va dicendo da anni che sia Omero il più grande sceneggiatore di tutti i tempi. Lui, che proprio dall’Iliade ha tirato fuori un film intero, il magnifico Heat - La sfida, non tira in ballo i Tragici o Shakespeare, che spesso campeggiano nei manuali di sceneggiatura. Omero. E come dargli torto?
L’Omero dell’Odissea inventa, tra le decine di altre cose, la metamorfosi dell’eroe, cioè quel meccanismo che poi diventa il fondamentale discrimine tra il film demmerda e il film molto fico, sempre per dirla con i nostri amati greci. L’Ulisse omerico, oltre, come è noto, a viaggiare fisicamente, lo fa anche nel carattere, nella mente, sempre diversa, sempre sfuggente. Ulisse è il signore della metamorfosi: ora mendicante, ora abile artigiano, ora eroe epico, ora viaggiatore verso l’Ignoto, ora seduttore di giovani innocenti, ora interprete di sogni, ora amante ruvido, ora imitatore degli dèi. Eroe mobile, dinamico: muta sempre, celando il suo nome. Persino i suoi capelli mutano di co...