Lettere al direttore

Dissonanza 13

Di Mauro Grimoldi
18 Maggio 2024
È l’inverno di fumi e di fiamme che si mangia le terre dei vivi, le stelle si oscurano di nuovo, dopo i tempi cantati dalla voce di Nelly Sachs
Il Sole nel giorno del solstizio d’inverno
Foto di Jukka Huhtala per Unsplash

Di là dal mare soffia un vento gelido

che schianta le gemme sui rami

e riempie le fosse: è l’inverno

di fumi e di fiamme che si mangia

le terre dei vivi, le stelle si oscurano

di nuovo, dopo i tempi cantati

dalla voce di Nelly Sachs.

Come allora? Diversamente da allora.

“Se i profeti irrompessero

per le porte della notte

e cercassero un orecchio come patria…”

cosa troverebbero nell’aria bruciata

da grida di martirio?

Se, in mezzo a miriadi di voci

che si corteggiano, innamorate dell’aria

di cui sono fatti i loro pensieri arguti,

– intelligenza, sempre più rara

e comunque priva di sapienzaumiltà –

se la voce dei profeti

che non parlano di loro stessi

soffiasse

nei flauti-ossa dei bambini uccisi

chi saprebbe ascoltare?

 

Orecchio degli uomini

attento alle piccolezze

sapresti ascoltare?

 

Orecchio degli uomini

ostruito d’ortica

e zizzania

sapresti ascoltare?

 

Si levano bene voci di profeti

che non dicono di sé

ma del Verbo che hanno ricevuto,

voci di madri, di figli e figlie,

di padri chiamati,

non voi infatti avete scelto me

ma io ho scelto voi

per camminare sulle vostre povere gambe

di creature mortali,

per parlare attraverso le voci

del vostro assenso,

del vostro fragile dolore.

Si sono levate bene le voci!

In mille hanno alzato le spalle,

forse una dozzina ha corrisposto.

Come uno è il lebbroso

che, tra i dieci, è tornato:

ma è l’uno che resta, l’Uno che rimane

mentre il resto viene spazzato via,

dalla storia, mai dall’Eterno:

chi di voi vuole far guerra a un mistero,

chi vuole inventare la morte stellare?

Non vi accada di mettervi contro Dio!

Non ci sarà morte per voi. Solo la Vita

rimane e Lei, Lei sola conoscerete.

 

Se i profeti si levassero

-come si sono levati e si levano-

nella notte degli uomini

come amanti in cerca del cuore dell’amato,

notte degli uomini

avresti un cuore da donare?

 

Una vita da consegnare all’Essere

fatto Corpo, all’Amante Vero

che ha posto in mezzo a noi

la sua dimora?

 

Nella società,

nella dispolitica,

nella diseconomia,

nella slibertà,

nella deintelligenza,

nella demoralità,

nella disculura

sorgerà la palma verde

d’un giovane ricco

che lascia tutto

per seguire Colui che vive tra noi?

***

Nelly Sachs, poetessa, ebrea nata a Berlino nel 1890, fuggita nel 1940 a Stoccolma dove muore nel 1970. Nel 1966 riceve, insieme a Shemuel Josef Agnon (1888-1970), il Premio Nobel per la letteratura. Suoi sono i versi in corsivo.

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