Salvare vite, salvare pazienti? No, salvare il pianeta

Di Caterina Giojelli
12 Agosto 2024
Medici attivisti e anche un po’ sacerdoti green: così li vuole il Regno Unito che arruola i dottori nella lotta al cambiamento climatico (a bordo di ambulanze elettriche)
Un’ambulanza a zero emissioni a Cop26 (Foto Doug Peters/ UK Government)
Un’ambulanza a zero emissioni a Cop26 (Foto Doug Peters/ UK Government)

Chiamate l’ambulanza. Anzi no, inquina, e se non inquina si sta ricaricando e se è carica non arriva, è bloccata da quelli di Just Stop Oil che fermano il traffico di pendolari, lavoratori, pompieri e ambulanze, «lo facciamo per il vostro bene, per il bene del pianeta» (incendi e patologie ringraziano).

Siccome nel Regno Unito i casi clinici non finiscono mai, il Royal College of Physicians ha deciso di dotare i medici dell’Nhs, il servizio sanitario britannico – il primo al mondo ad impegnarsi a raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 – di un “Green physician toolkit”. Una graziosa guida di 11 paginette che oltre a suggerire ai medici di fare appuntamenti online per ridurre spostamenti ed emissioni, ridurre le prescrizioni di esami e quelle di farmaci, impartisce loro di fare la predica ai pazienti sui pericoli del cambiamento climatico.

Lei soffre di eco-ansia?

Premesso che la durata media di una visita con un medico di base in Inghilterra è di circa dieci minuti, c’è da chiedersi se basteranno ai dottori per salvare terra, specie umana e piani dell’Nhs che attraverso la sua guida verde propone di terrorizzare (ops, informare) i malati con un po’ di dati su eventi meteorologici estremi, fuochi, fiamme, scioglimento dei ghiacciai, morti da caldo, da freddo, da inondazioni, previsioni di decessi, e come salute e cambiamenti climatici siano collegati.

Dopo di che i medici sono chiamati a rilevare sintomi di eco-ansia nei loro poveri pazienti e tenere traccia dell’impatto sulla salute pubblica di questa emergenza causata dal cambiamento climatico – o dalle persone che continuano a parlare del cambiamento climatico, e dal non riuscire a ottenere un appuntamento dal medico di base, un esame medico o una prescrizione. In altre parole, come sottolinea Spiked, il Royal College of Physicians «consiglia ai dottori di fare meno delle cose che storicamente sono stati tenuti a fare, e di intensificare i rimproveri su un’area in cui non hanno alcuna formazione».

La carica delle ambulanze elettriche

Dell’eco-ansia, quella combinazione di ipocondria, panico e ossessione che tanto piace ai media e agli influencer dell’apocalisse, abbiamo già scritto, a fare il resto ci ha pensato invece un medico della British Columbia, Kyle Merritt: sua, nel 2021 la prima diagnosi mondiale di “cambiamento climatico” a una donna canadese di 70 anni affetta da asma, diabete, insufficienza cardiaca. La signora vive in una roulotte senza aria condizionata, ha spiegato il medico, e a causa delle alte temperature registrate nei boschi canadesi in fiamme «tutti i suoi problemi di salute sono peggiorati. E sta davvero lottando per rimanere idratata». Applausi dai colleghi che in seguito alla diagnosi hanno dato vita all’associazione Doctor + nurses for planetary health.

L’Nhs inglese non vuole essere da meno: stando a una inchiesta del Telegraph il viaggio verso il sogno Net Zero verrà compiuto a bordo di ambulanze elettriche e grazie a un team ecologico dagli stipendi faraonici e capacità di discernimento squisitamente ambientali. Costano 150 mila sterline l’una, impiegano fino a quattro ore per caricarsi e percorrono in media 70 miglia tra una ricarica e l’altra, hanno lamentato i paramedici alle prese con il progetto pilota delle ambulanze verdi: i pazienti, specie quelli residenti nelle aree rurali, rischiano la pelle (per capirci: le ambulanze standard coprono fino a 800 miglia al giorno “ricaricandosi” in pochi minuti). Il tutto in un paese già alle prese con enormi problemi di liste d’attesa fuori e dentro gli ospedali – dati 2023, le vittime di infarto e ictus hanno dovuto attendere in media 36 minuti una vettura.

Antidolorifici rispettosi del pianeta

Salvare innanzitutto vite, salvare pazienti? No, salvare il pianeta, spiegano gli informatori al Telegraph raccontando la messa al bando delle cannule di plastica (tanto più sicure quanto più inquinanti) e l’adozione di prassi ecologiche quali «antidolorifici rispettosi del clima» e biciclettate elettriche in caso si debba proprio andare dal medico di base, «La quantità di risorse dedicate all’agenda verde è sbalorditiva e il fatto che ora stia influenzando il processo decisionale clinico è profondamente immorale», «Un informatore ha affermato che le aziende con promettenti innovazioni mediche venivano escluse dai finanziamenti a causa dei criteri di “net zero” e “diversità e inclusione”».

Non stupisce pertanto leggere nella nuova guida verde l’invito a «promuovere il cambiamento organizzativo come il disinvestimento dalle compagnie di combustibili fossili». Non medici, ma attivisti. Pure un po’ sacerdoti, purché le loro prediche da remoto salvino il pianeta: come scrive l’Oms citata nella guida, «mantieni il tuo messaggio semplice», «ripetilo spesso», «parla del cambiamento climatico durante eventi meteorologici estremi», «non discutere la scienza». Lo dicono anche i ragazzi di Just Stop Oil sbarrando la strada alle ambulanze: «C’è un malato, liberate la strada». «Se qualcuno è malato, non dovrebbe mettersi alla guida», «Hanno un passeggero che sta male. Siete scemi?». No, sono casi clinici e con la scienza non si discute.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.