
Ancora scontri in Spagna, il governo risponde inasprendo le pene
Sono stati indetti 80 cortei per protestare contro le misure di austerity approvate dal governo spagnolo. Stop alla tredicesima, dimezzamento dei sussidi di disoccupazione e pesanti tagli nel settore pubblico. In piazza sindacati, studenti, partiti della sinistra e i movimenti antagonisti, a partire dal 15M, gli indignados. Al termine del corteo principale, a Madrid, in cui si erano radunate oltre 100.000 persone, gli scontri si sono concentrati davanti al Parlamento dove la polizia ha caricato, sparando i tristemente noti proiettili di gomma sugli indignados. Quindici persone arrestate, 39 feriti, e una giornata ad alta tensione. In Spagna le manifestazioni sono diventate un rito collettivo, che va in scena solitamente il venerdì, quando c’è la consueta riunione del Consiglio dei Ministri. La stampa li chiama “viernes negros”, neri come la marcia a lutto dei minatori spagnoli, culminata in un violento scontro con le forze dell’ordine.
L’esecutivo sta reagendo mandando chiari segnali ai movimenti che da mesi esprimono il loro dissenso. Già ad aprile era stato annunciato un progetto di legge di modifica del codice penale, per evitare il ripetersi di atti vandalici. Un giro di vite sui reati di ordine pubblico: la sanzione minima, ha spiegato Jorge Fernandez Diaz, ministro degli Interni, sarà di due anni, in modo che i pm possano chiedere la detenzione preventiva per gli autori di atti di particolare violenza (come il possesso di materiale pericoloso o l’occultamento di identità, come i fazzoletti calati sul viso). Mentre gli indignados parlano senza mezzi tempi di ritorno al franchismo, Felip Puig (del partito Convergencia y Union, che governa in Catalogna) ha presentato una mozione per “una migliore regolazione di misure e servizi di sicurezza nelle manifestazioni e concentrazioni cittadine”.
Un’iniziativa che ha sollevato violente critiche da parte dei partiti di centro e di sinistra, anche perché saranno inasprite le pene per resistenza passiva e disobbedienza alle autorità. Il portavoce del Psoe nella Commissione Interni, Pedro José Muñoz, ha detto che la legge «ricorda il Codice Penale del franchismo». Conrado Escobar (PP) ha invece sottolineato come la la proposta rifletta le misure annunciata dal ministro degli Interni e da quello della Giustizia, precisando che «non si tratta di rafforzare uno stato di polizia ma, al contrario, approfondire uno stato di libertà». Fernando Diaz si dice convinto del fatto che sia necessaria una nuova risposta penale contro coloro che «vogliono prendere il controllo delle strade». È plausibile che nella decisione abbia un peso sostanziale il violento sciopero dei minatori della provincia della Asturie, nel nord della Spagna, che hanno bloccato strade e linee ferroviarie con barricate incendiate e lanciarazzi fatti in casa. Gli scontri sono costati un occhio a un poliziotto.
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