Dimissioni Monti, Napolitano ha sciolto le Camere dopo le consultazioni con i partiti

Di Redazione
22 Dicembre 2012
Oggi alle 17 Napolitano ha sciolto le Camere. La legislatura è finita. Ecco le posizioni espresse dai capigruppo di Pdl, Pd, Udc e Lega nei rispettivi colloqui con il capo dello Stato dopo le dimissioni del premier presentate ieri sera

Ottenuta l’approvazione della legge di Stabilità alla Camera, ieri sera il presidente del Consiglio Mario Monti è salito al Quirinale per rassegnare nelle mani del capo dello Stato Giorgio Napolitano le sue dimissioni, annunciate come irrevocabili l’8 dicembre scorso, dopo che il segretario del Pdl Angelino Alfano aveva dichiarato «conclusa l’esperienza» del governo tecnico. Finisce qui dunque l’esecutivo del Professore, durato 401 giorni. E dal momento che non è stato sfiduciato in Aula dalla sua «strana maggioranza», Napolitano ha dato il via questa mattina alle consultazioni dei gruppi parlamentari per potere sciogliere le Camere, cosa che ha fatto oggi alle 17.

Monti resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento del nuovo governo, determinato dalla maggioranza che uscirà dalle urne nel prossimo febbraio. A questo proposito, nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha detto che la data del voto potrebbe essere il 24 febbraio. Il premier sarà candidato? Ancora non c’è nulla di certo, e a quanto pare Monti scioglierà la riserva solo dopo Natale. Nel frattempo qualche indicazione utile per immaginare i possibili futuri scenari politici si può desumere dalle parole pronunciate dai capigruppo dopo le rispettive consultazioni al Colle.

IL PDL. I primi a uscire dall’ufficio di Napolitano sono stati i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto (Camera) e Maurizio Gasparri (Senato), che, oltre a sottolineare che non è stato il Pdl a sfiduciare il governo («Da parte nostra sono stati mossi rilievi di merito, ma non abbiamo certo presentato una mozione di sfiducia», così Cicchitto), hanno invitato i ministri tecnici e Monti a «mantenere una collocazione al di fuori delle parti». «È indispensabile che il governo mantenga un profilo tecnico, di terzietà e imparzialità, soprattutto in una fase in cui al centro deve esserci il confronto politico sui contenuti», ha detto Gasparri.

IL PD. Poi è stato il turno dei democratici Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. Al termine dei 20 minuti di colloquio con il capo dello Stato i due hanno ricordato che il Pd ha sempre «mantenuto l’impegno assunto il giorno dopo aver fatto cadere il governo Berlusconi» di sostenere il governo Monti. Franceschini e Finocchiaro hanno poi ringraziato il premier, aggiungendo però che «dopo i sacrifici sostenuti» il paese «merita una seconda fase con politiche progressiste e riformiste basate su un semplice principio: chi ha di più deve mettere di piu’ a disposizione della comunità».

L’UDC. Quanto all’Udc, il capogruppo alla Camera Gian Luca Galletti ha ribadito la volontà dei centristi di insistere con l’agenda Monti «per non vanificare gli sforzi e le riforme che cominceranno ad avere effetti già dal 2013». Lo stesso concetto è stato espresso dai finiani per bocca di Benedetto Della Vedova (Fli).

LA LEGA. Esattamente all’opposto la Lega, il cui capogruppo alla Camera, Gianpaolo Dozzo, ha comunicato a Napolitano che per le camicie verdi le dimissioni di Monti «sono una buona notizia per tutti i cittadini, specialmente sotto Natale», mentre il capogruppo al Senato Federico Bricolo ha sottolineato come la Lega non veda l’ora di misurarsi con le urne: «Se la data per andare a votare sarà quella del 24 febbraio, per noi va bene».

SCHIFANI E FINI. Queste in sintesi le posizioni espresse dai principali gruppi parlamentari. Nel pomeriggio, alle 16, è salito al Colle il presidente del Senato Renato Schifani e alle 16.30 il presidente della Camera Gianfranco Fini.  Entrambi sono usciti dal Palazzo del Quirinale senza rilasciare dichiarazioni. Alle 17 Napolitano ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere perché «la strada era segnata, non c’era nessuno spazio per altri sviluppi».

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