Il Regno Unito investirà sulla riabilitazione dei detenuti per risparmiare. «Non farlo sarebbe follia»

Di Leone Grotti
09 Gennaio 2013
Oggi il ministro della Giustizia Chris Grayling ha presentato una riforma che prevede la riabilitazione e il lavoro per i detenuti: «La recidiva è altissima, continuare con questo sistema sarebbe follia».

Il Regno Unito non è stato condannato come l’Italia dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per trattamento inumano e degradante dei detenuti, eppure ha deciso di puntare sulla riabilitazione dei carcerati. Il ministro della Giustizia inglese Chris Grayling ha presentato oggi una riforma, rinominata “rivoluzione riabilitazione”, che prevede per tutti i detenuti con pene inferiori ai 12 mesi un periodo di riabilitazione fuori dal carcere. La riforma non è dettata da umanitarismo (in Inghilterra l’utilitarismo è legge) ma da ragioni economiche.

«NON CAMBIARE È FOLLIA». Secondo i dati presentati oggi dal ministro, attualmente il 58 per cento dei detenuti con pene inferiori a un anno torna a delinquere entro l’anno, comportando un costo notevole per le casse statali inglesi: «Oggi noi facciamo uscire i detenuti, una volta scontata la pena, con 46 sterline in tasca e non li aiutiamo in altro modo. E non ci importa se la recidiva è altissima. Continuare con questo sistema, sperando che in futuro porti a risultati migliori, è pura follia».

RIABILITAZIONE E LAVORO. Per questo il ministro propone, oltre a un periodo di riabilitazione, anche un periodo di impiego del detenuto fuori dal carcere sotto libertà vigilata presso datori di lavoro privati che assumano in prova i carcerati e li «paghino in base ai risultati». Per aiutare le associazioni private che offrono lavoro ai detenuti, il governo contribuirà con 500 mila sterline. La riforma sarà conclusa in primavera e partirà dal 2015.

«CRIMINALI PUNITI E AIUTATI». «Il nostro obiettivo – continua il ministro – è sfruttare l’esperienza delle associazioni e dei privati per abbassare la recidiva. I criminali saranno così puniti ma anche aiutati a passare dal crimine al bene. I soldi dei contribuenti verranno usati solo quando si vedrà che la misura serve a combattere il crimine».

@LeoneGrotti

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