Warm Bodies, gli zombie sono diventati irresistibili

Di Paola D'Antuono
17 Gennaio 2013

Ah, l’adolescenza. Quella fase della vita in cui tutto sembra possibile, tranne l’amore. Per quello si deve soffrire, piangere, confidarsi per ore e ore con le amiche e spesso lottare. Sarà per questo che ai ragazzi, ma sopratutto alle ragazze, piacciono i film dove i due giovanissimi protagonisti non hanno vita facile, sopratutto se a dividerli non è il ceto sociale, una città, una differente veduta d’opinione ma la loro stessa identità. Quante prove hanno dovuto superare Bella ed Edward per dare un significato al loro amore e convincere il mondo intero che l’amore è possibile anche tra un vampiro e una ragazza? Ci sono voluti cinque film (e parecchie risate involontarie) perché questa storia avesse il finale che si meritava. Ma per non lasciare orfane le adolescenti di mezzo mondo, meglio tirare fuori dal cappello una nuova, difficile storia d’amore.

ZOMBIE. “R” è uno zombie. Ciondola avanti e indietro all’interno dell’aeroporto assieme agli altri zombie. Esce solo per cacciare, anche se mangiare gli umani dà sollievo al suo corpo ma inquieta il suo spirito. Fuori la razza umana, a causa sua e dei suoi simili, si sta estinguendo rapidamente. Sono passati otto anni da quando un virus maledetto ha trasformato i morti in zombie. I superstiti si sono organizzati come meglio potevano, ergendo un muro altissimo e barricandosi in una parte della città. Ma hanno bisogno di medicine e cibo, che sono ancora fuori. Per questo vengono inviate squadre alla ricerca dei viveri, che devono essere pronte a combattere contro gli zombie e sopratutto contro gli Ossuti, la loro fazione peggiore. Una di queste spedizioni finisce nel sangue. Sopravvive alla strage Julie, tratta in salvo da R. Lui non è come tutti gli altri zombie, si sente diverso e l’attrazione per quella ragazza sembra riaccendere in lui qualcosa che credeva sopito per sempre.

PROSPETTIVE. Come per il fratello maggiore Twilight, anche Warm Bodies, in uscita il 7 febbraio, è tratto da un romanzo best seller tra i più giovani, nato da un breve racconto di sette pagine pubblicato online con il titolo Sono uno zombie pieno d’amore e diventato, grazie al passaparola, un caso mediatico tanto da spingere l’autore Isaac Marion a trasformarlo in un romanzo nel 2010 e conseguentemente in un film. La novità della storia sta proprio nell’amore tra i due protagonisti. Nessuno aveva mai creduto possibile che gli zombie facessero qualcos’altro oltre che mangiare gli umani. Invece nel film di Jonathan Levine, lo zombie R, interpretato da Nicholas Hoult (il bambino di About a Boy), ha conservato qualcosa che lo spinge a provare sentimenti. La sua attrazione per Julie, la giovane Teresa Palmer, non dovrebbe esistere. Gli zombie non provano nulla, o almeno così abbiamo creduto tutti a lungo, ma il film ha come scopo quello di dimostrare al giovane pubblico a cui è destinato che l’amore può tutto, anche far tornare in vita un morto non morto.

MEGLIO ZOMBIE CHE VAMPIRI. Dal punto di vista puramente cinematografico, Warm Bodies ha le qualità giuste per piacere alle teenager e non infastidire troppo chi sarà costretto ad accompagnarle. Anche qui, come in altri casi, scattano un po’ di risatine involontarie, ma l’impressione generale è che cast e troupe si siano impegnati per non rendere il film ridicolo. Gli attori, tra cui figura John Malkovich, fanno del loro meglio. Nicholas Hoult è uno zombie carino ma convincente, Teresa Palmer è un po’ troppo Kristen Stewart versione bionda, ma la sensazione è che abbia più espressioni in repertorio. Intanto il sequel dovrebbe essere già in lavorazione, resta solo da capire quanti ce ne saranno prima che l’amore trionfi definitivamente sul male.

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