
Se Grillo andrà al governo chiuderà le scuole paritarie. Un pessimo affare (per tutti)
tratto dal blog di Gabriele Toccafondi – Ecco cosa ci aspetta se Grillo andrà al Governo: “alle scuole private è stato assegnato un miliardo e mezzo di euro. Lo Stato deve finanziare la scuola pubblica, non quella privata“.
Detta così seguono applausi, piazze inneggianti, e voti. Peccato che sia tutto falso. Quelle non sono scuole “private” ma pubbliche. I soldi non sono un miliardo ma meno della metà e in quelle scuole ci vanno 1 milione di ragazzi. Senza quelle scuole lo Stato sarebbe al collasso e andrebbe a farsi benedire la libertà di scelta educativa delle famiglie e quindi una parte della Costituzione. Per ogni ragazzo che frequenta una scuola pubblica non statale (quelle che Grillo chiama private) lo Stato riconosce all’anno meno di 500 euro, quando quello stesso ragazzo frequenta una scuola pubblica statale tutti noi paghiamo oltre 6.000 euro.
Se domani il Governo Grillo chiudesse quelle scuole, quei ragazzi avrebbero bisogno di nuove scuole, nuovi insegnanti, scuolabus, mense e tutto il resto e lo Stato dovrebbe pagare i 6.000 euro all’anno anche per loro cioè circa 6 miliardi in più l’anno. Ecco il Governo Grillo! E adesso chi vuole prosegua pure con applausi, piazze inneggianti e voti.
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19 commenti
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Penso che Grillo faccia bene a voler chiudere le scuole paritarie. A mio avviso dovrebbe esserci solo la scuola pubblica, che però dovrebbe diventare di eccellenza e formare veramente i giovani, dando loro la possibilità di integrarsi realmente e in fretta col mondo del lavoro.
ancora non hai capito che le scuola paritarie sono a tutti gli effetti scuole pubbliche? Tu invece vorresti che rimanesse solo la scuola statale. E se uno non volesse farsi educare dallo stato?
Suggerisci questo articolo,
un ottimo esempio di come, se si facesse fuori il pregiudizio, sarebbe possibile crescere tutti.
http://www.chicago-blog.it/2013/02/13/a-scuola-dagli-svedesi-di-damiana-conti/
Se allora si tratta di soli 500 euro in meno per alunno, basta ridurre qualche spesa di lusso (e ce ne sono nelle paritarie!) e si tira avanti. Questo è tutto quello che è riuscito a fare il governo dei vostri amici per le scuole paritarie? Figurati cosa potrebbero fare così scassati in futuro! Nemmeno delle regole dove i prof potevano restare nelle scuole paritarie ma a carico dello Stato se vincitori di concorsi. Chi paga 6000/7000 può anche pagare 200 euro in più e dei 300 restanti si accendono meno i termosifoni e si propongono piccole riduzioni di stipendio. Tutti si stanno sacrificando non vedo perchè non debbono le scuole, i giornali, i teatri…Si fosse trattato di 3000 euro in meno ad alunno allora la crisi era seria. Ma se questo è il rischio che si corre si stia tranquilli che chi è buono va avanti! Fate cose belle e veramente formative che i clienti non li perdete!
Dice Ratzinger nel ’69 “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza.
Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.
Forza! Si ricomincia da -500!
Cipriani, ci faccia un favore: inizi a tirarli fuori lei, i 500.
Noi la seguiamo a ruota, stia sicuro…
e’ un pazzo scatenato!!
DAL SITO CARMILLAONLINE (decisamente comunista)
Cosa succederebbe nel mondo della scuola se i programmi di Grillo e del M5S venissero realizzati?
Facciamo un esperimento mentale, al netto delle contraddizioni interne, per cogliere i potenziali o reali strati di consenso ai quali il M5S punta.
Il programma del M5S, alla voce “Istruzione”, prevede in sintesi: abolizione della legge Gelmini, abolizione dei finanziamenti alla scuola privata, abolizione del valore legale del titolo di studio, restituzione alla scuola pubblica degli 8 miliardi tagliati, didattica a distanza (e-learning), più internet per tutti, valutazione degli insegnanti da parte degli studenti.
A questo Grillo, nel post “Gli italiani non votano mai a caso” del 26 febbraio [ qui] aggiunge la proposta di abolire stipendi ai pubblici dipendenti sostituendoli con un reddito di cittadinanza (oscillante, stando a quanto dichiarato in campagna elettorale, tra 800-1.000 € al mese):
Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch’essi dalle tasse. È una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
È notevole che Grillo inserisca nel “blocco A” (assieme ai «ragazzi [che] cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie»), «i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano», mentre il “blocco B”, costituito «da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d’acquisto», include «una gran parte di dipendenti statali»: dei quali dipendenti statali, una parte importante è costituita dai lavoratori della scuola.
Si potrebbe ipotizzare che Grillo, che già sembra ignorare che lo stipendio dei lavoratori della scuola è fermo al 2006, nel dichiarare che gli stipendi pubblici ammontino a 4 milioni al mese, abbia idee vaghe o inesatte sul pubblico impiego: in realtà gli stipendi pubblici sono circa 14 miliardi al mese (170 annui). Ma l’esattezza è un dettaglio: conta più far passare il messaggio che pubblici dipendenti, e quindi anche insegnanti e bidelli, siano tra i vecchi garantiti del “blocco B” che vogliono lo status quo e negano il futuro ai non garantiti del “blocco A”.
Andando a vedere oltre le parole, ci si accorge che alcune proposte sono semplici enunciazioni. Cosa vuol dire “abolizione della legge Gelmini”? Quale delle leggi di Gelmini? Il riordino dei cicli, e quindi tornare alla scuola secondaria superiore del 2008? La reintroduzione del maestro unico/prevalente nella scuola primaria? E delle riforme di Brunetta che incidono sulla dirigenza scolastica locale e territoriale che si vuol fare (posto che se ne abbia nozione)? E della riforma Moratti, sulla quale Grillo ironizzava un tempo nei suoi show, e che ora è scomparsa dai programmi elettorali? E dello spoil system che regolamenta i direttori scolastici regionali, che rimonta a Bassanini? Si intende restituire gli 8 miliardi da immettere nelle casse scolastiche dell’attuale sistema scolastico? Si vuol fare quel che si vuol fare con una terapia d’urto, o in modo graduale (quindi con un ciclo di studenti che continueranno a studiare nella scuola di Gelmini)? Tutto ciò, se non è dettagliato in modo concreto, equivale a un “vaffa Gelmini”: si può discutere se sia più efficace, come strategia elettorale, un “vaffa” piuttosto che un “se sta a noi” seguito da verbosissimi cani menati per l’aia dal programma della coalizione di Bersani, ma quanto a sostanza siamo lì.
non ricordo chi ha detto che la madre degli ignoranti è sempre in cinta non per quelli eletti che sono espressione dei soliti comitati di quartiere ecc eec, ma per chi li ha votati è la conferma, se si fossero informati di cosa pensa Casaleggio!!!! i partiti hanno sbagliato ma questi nuovi….. a parte l’uso di internet cosa farran lo danno gratis? poi chi lavora in fabbrica o in ufficio lo usa alla sera? meglio le vecchie osterie almeno ci si vedeva in faccia!!!! non isolati e da soli a sfogare la rabbia.
Giustamente lei dice, quelle non sono scuole “private” ma pubbliche, perchè Paritarie grazie a una legge di un governo di sinistra . Voi in questi anni non avete fatto niente per migliorare questa legge pur avendo avuto una maggioranza bulgara. Un esempio che le voglio fare è questo: uno studente con disabilità e con problemi finanziari,non può scegliere di andare in una secondaria di primo grado (scuola dell’obbligo) pur essendo paritaria quindi pubblica perchè deve pagarsi completamente il professore di sotegno. Mi spieghi lei cosa c’è di paritario in tutto questo e cosa eravate a fare in parlamento in questi anni se non per difendere la libertà e il bene comune.
se lo stato finanziasse le paritarie in modo adeguato permetterebbe a tutti di essere frequenate, ma siccome non lo fa, crea una diseguaglianza rispetto alla costituzione che dice che i genitori hanno il diritto di scegliere la scuola per i propri figli. Quindi le scuole paritarie debbono pagare lo stipendio ai professori e pagare le strutture. Quindi chi manda i figli alle scuole paritarie paga 2 volte, la tassa per la scuola statale e la tassa per la paritaria, in barba alla costituzione
Sig Giuliano
questo è chiarissimo, la mia obiezione è questa, chiedere al sig Toccafondi cosa è stato fatto, in Parlamento in questi anni che ha governato il centro destra di cui lui faceva parte, per migliore la legge sulla parità scolastica.
“Se domani il Governo Grillo chiudesse quelle scuole, quei ragazzi avrebbero bisogno di nuove scuole, nuovi insegnanti, scuolabus, mense e tutto il resto e lo Stato dovrebbe pagare i 6.000 euro all’anno anche per loro cioè circa 6 miliardi in più l’anno. Ecco il Governo Grillo! E adesso chi vuole prosegua pure con applausi, piazze inneggianti e voti.”
Grandissima stronzata perchè gran parte dei costi citati sono costi fissi che lo stato già ha, quindi nn verrebbero aggiunti. Non ditemi che la potente lobby ciellina ha paura di grillo ?!?!
Dai dai consolatevi, adesso faranno Scola papa e le chiese si svuoteranno di botto, al max andate poi li con le vostre paritarie….
Quando si dice scrivere col culo…
I costi dello stato non variano solo se gli alunni diminuiscono, e neppure sempre.
Se l’utenza aumenta quello che rimane fisso, al limite, è il costo medio per singolo alunno.
Basta vedere la spesa della pubblica istruzione (statale) nel corso degli anni al variare, in diminuzione, della spinta demografica.
Nel 2007, a fronte di 7.751.336 alunni della scuola statale di ogni ordine e grado, è stato praticato un finanziamento pubblico pari a 57 miliardi di euro (CIRCA 7.500 EURO PER ALUNNO) così ripartiti: 47 mi-
liardi sul bilancio del Ministero dell’Istruzione; 8 miliardi sui bilanci degli Enti locali; 2,2 miliardi sui bilanci delle Regioni. Questo dato per di più è incompleto perché si riferisce alle sole spese correnti e non a quelle in conto capitale, come ad esempio quelle relative alla costruzione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, al loro ammortamento, alle attrezzature, alle strumentazioni didattiche ecc. La risultante di tutte queste voci è enorme sia in senso assoluto, sia in riferimento al costo medio dell’alunno della scuola statale.
A fronte, nel 2007, di 1.049.420 alunni nella scuola paritaria sono stati erogati come finanziamento pubblico appena 534.961.147 di euro (CIRCA 500 EURO PER ALUNNO).
La realtà è che se lo stato si occupasse meno di pubblica istruzione ci sarebbero più soldi e meno rincoglioniti in circolazione.
Scusi ma lei ci ha mai messo piede in una scuola ? Più del 90% del bilancio del Ministero dell’Istruzione sono per il personale (abbiamo un po’ meno dipendenti del Pentagono). Non appena in una classe arriva un alunno nuovo (sbarcato da un gommone solitamente) subito ci si lamenta del sovraffollamento delle classi. E’ vero che un minimo di margine di manovrà c’è in ogni scuola ma lo scenario prefigurato da Tempi è realistico. Gli insegnanti in più li troveranno ma sono gli spazi quelli che mancheranno.
Scusate, avete mai lavorato in una scuola superiore di secondo grado?
Lo scenario NON è realistico.
Se invece consideriamo SOLO i nido, allora chiuderli è insensato.
evidentemente il suo senso della democrazia è pari al suo cervello, cioè nullo
La stupidata la scrivi tu, probabilmente per ignoranza e per presunzione.
Dovessero infatti chiudere tutte le paritarie (che magari ignori non tutte cielline ma per più del 50% comunali, quelle cielline saranno si e no il 5% esagero per eccesso) su stato, regioni, province e comuni si abbatterebbero tutti i costi attualmente coperti dalle rette dei genitori.
Oltre a questo dovresti recuperare gli spazi per tutti sti studenti (e voglio proprio vedere come fare) oltre che i nuovi insegnanti (dalle mie parti la scuola dell’infanzia statale sopravvive grazie al Comune – che ha un bilancio diverso da quello statale – che paga insegnanti per avere una sezione aggiuntiva altrimenti 30 bambini resterebbero a casa) che non sono un costo fisso già in bilancio oltre a tutti gli altri costi (personale ata per le pulizie, materiale di consumo e di pulizia, costo mensa insegnanti).
Per cui prima di sparare castronate informati.
P.s.: non sono ciellino
Sig Vavar
il problema non è essere o non essere ciellino ma è il pregiudizio, come bene lei ha detto in Italia la maggior parte degli scuole dell’infanzia sono comunali quindi paritarie, a Milano sono il 95%, perchè non provano a chiuderle tutte?
Comunque ribadisco il mio disappunto verso il governo di centro destra di cui Toccafondi ha fatto parte, non ha fatto niente per migliorare la legge sulla parità che fa risparmiare 6 miliardi all’anno allo stato.
Il vero problema è che, scuola pubblica o privata, alcuni rimangono dei perfetti ignoranti (ogni riferimento è puramente voluto!)