
Scuola: vietato bocciare in Francia. Per la nuova riforma «dev’essere eccezionale»
Vietato bocciare. È questo lo slogan della nuova riforma scolastica che l’Assemblea nazionale francese sta passando al vaglio. Nell’articolo primo della legge voluta dai socialisti al governo capitanati da Francois Hollande si legge: «Nel quadro dell’acquisizione di conoscenze, competenze e metodi prevista alla fine del ciclo e non più dell’anno scolastico, far ripetere un anno dev’essere eccezionale». Bocciare un ragazzo a scuola sarà quasi reato, dunque, in Francia.
BOCCIARE È INUTILE. Il primo articolo della riforma è stato applaudito dal responsabile dell’Educazione nazionale, il filosofo socialista Vincent Peillon, lo stesso che ha proposto (in altra sede) di legalizzare le droghe leggere. La Francia da tempo si ripropone di ridurre le bocciature, dal momento che la media francese è di oltre uno studente su tre, contro uno studente su sette nel resto del mondo. Secondo una ricerca, il 57% degli studenti francesi ripete almeno un anno nel corso della sua carriera scolastica. Secondo i socialisti la bocciatura «è del tutto inutile ai fini pedagogici». Fin dal 2010 il ministero l’ha indicata come «ultima risorsa», ma da qui a quasi vietarla per legge ce ne passa.
PROMUOVERE FA RISPARMIARE. Le bocciature sono anche un tema sensibile dal punto di vista economico: nel 2009, secondo la Stampa, oltre due miliardi di euro sono stati spesi in più nel sistema scolastico a causa delle bocciature. E in tempi di spending review, non sono numeri che lasciano indifferenti. Soprattutto i francesi, vista l’attenzione enorme che i governi riservano alla scuola. Non a caso il ministero dell’Istruzione è l’unico, insieme a Interni e Giustizia, dove lo Stato investirà senza tagliare. Dei 60 mila poti di lavoro promessi da Hollande in 5 anni, 54 mila saranno nella scuola.
«RIFORMA IDEOLOGICA». La legge dovrà ora attraversare un percorso travagliato all’Assemblea nazionale. La destra ritiene la riforma «ideologica» e ha presentato 1400 emendamenti, per la sinistra estrema non è abbastanza coraggiosa quindi non la voteranno. I Verdi volevano vietare i voti alle elementari, ma il loro emendamento è stato respinto e ora sono indecisi se votare o meno la legge. Come ricorda Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, «bocciare è un fallimento della scuola, un arrendersi di fronte a un problema che non si è stati in grado di risolvere». Ma stabilire per legge che bocciare «dev’essere eccezionale» è un’altra cosa.
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