Gli “hacker del Pd” violano le email dei parlamentari M5S di Beppe Grillo. Ma è una buffonata

Di Redazione
24 Aprile 2013
Un gruppo di "pirati informatici", che si definiscono "vicini al Pd", ha dichiarano di aver violato le caselle di posta elettronica di molti parlamentari del Movimento 5 stelle.

Un gruppo di “pirati informatici”, che si definiscono “vicini al Pd” (Glihackerdelpd.bitbucket.org), ha dichiarano di aver violato le caselle di posta elettronica di molti parlamentari del Movimento 5 stelle. «Ogni settimana pubblicheremo la casella di posta elettronica di un deputato o senatore del Movimento 5 stelle, per i prossimi 6 mesi. Ci interromperemo soltanto quando le nostre richieste saranno soddisfatte».
Come condizione per interrompere il “leak” dei contenuti delle corrispondenze elettroniche, gli hacker chiedono la pubblicazione immediata dei redditi di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, e il dettaglio dei ricavi derivanti dal sito beppegrillo.it e correlati.
«Tali dati pubblicati dovranno essere completi, ampi ed articolati, ripercorrendo i guadagni e patrimoni accumulati dall’inizio dell’attività del movimento 5 stelle. Dovranno essere pubblicati nel dettaglio anche i redditi e patrimoni di familiare diretti e fiduciari (inclusi i professionisti svizzeri del cantone Ticino)».

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Intanto il gruppo di hacker ha diffuso online la prima casella di posta, della deputata 5stelle Giulia Sarti: un file scaricabile di 1,2 Gb. La stessa Sartiha però chiarito che si tratta di una buffonata, visto che il link pubblicato è vuoto.

Come simbolo, questi strani pirati utilizzano il “busto senza capo” (che rappresenta l’organizzazione senza leader e con l’anonimato), accanto a quello del Pd: un simbolo divenuto popolare dal 2008, dopo il suo utilizzo da parte di un gruppo di hacktivist (hacker attivisti) internazionali che hanno colpito più volte siti istituzionali e non, in tutto il mondo.

L’ufficio stampa del Pd ha diffuso una nota per prendere le distanze dal gruppo: «Di fronte a notizie di stampa che parlano di fantomatici hacker che si autodefiniscono vicini al Pd, si precisa che non esiste alcun rapporto tra il Partito democratico e queste persone».

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