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Adolfo Wildt, scultore di anime e di forme

Di Mariapia Bruno
12 Marzo 2012
Ai Musei San Domenico di Forlì più si contempla Adolfo Wildt, scultore ritrovato di volti parlanti, accostato ai grandi maestri del passato che furono fonte d'ispirazione per l'artista milanese

Fanno quasi paura i volti modellati sul marmo di Adolfo Wildt. Riecheggiano le maschere teatrali, la risata smoderata, il terrore agghiacciante, la tristezza elegante: sono la più intima espressione dell’anima umana. Ma cosa ci stanno a fare le sue opere insieme alle quelle di artisti come Cosmè Tura, Antonello da Messina, Durer, Michelangelo, Previati, Casorati, lontani nei modi, nei tempi e nei luoghi? Ai Musei San Domenico di Forlì si celebra un connubio, quello tra lo scultore milanese da tempo quasi dimenticato e le opere di grandi maestri a cui lui stesso si era ispirato per giungere a quelle suggestivissime sculture decisamente anticonformiste.[internal_gallery gid=25547]
Ecco allora la Maschera dell’idiota, il Carattere fiero – Anima gentile, accostarsi alla Madonna della pera di Durer e alla Preghiera di Casorati. Incontrollabile l’istinto nel cercare quel particolare che possa legare composizioni così diverse. A volte lo si rintraccia in un profilo, altre in uno sguardo. Wildt – L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt è un percorso che travolge tra passato e presente, visitabile fino al 17 giugno 2012.

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