«A Pomigliano Fiat deve assumere i 19 operai Fiom. Ora i discriminati saranno gli altri»

Di Matteo Rigamonti
29 Novembre 2012
Giuseppe Terracciano (Fim Cisl): «Così la Fiom tutela solo i suoi iscritti: continuare a ricorrere ai tribunali significa rinnegare il ruolo della contrattazione confederale»

 A Pomigliano Fiat assumerà 19 operai iscritti alla Fiom, in ottemperanza alla sentenza della Corte d’Appello di Roma. Si tratta di un «onere economico aggiuntivo», spiega un comunicato del Lingotto, difficilmente sostenibile per un organico che «risulta già sovradimensionato rispetto alle necessità a causa della forte flessione della domanda del mercato» dell’auto italiano ed europeo. La sentenza della Corte, secondo la Fiat ha determinato per quegli operai una «posizione di privilegio che non ha alcuna ragionevolezza rispetto a tutti gli altri dipendenti in attesa di essere riavviati al lavoro».
Una situazione evidenziata con preoccupazione anche dalla Fim Cisl di Napoli: «la sentenza della Corte – ha dichiarato Giuseppe Terracciano, segretario generale Fim Cisl – oltre a creare sconcerto tra i lavoratori, evidenzia in maniera netta la contraddizione insita nella decisione che, volendo sanare un’asserita discriminazione, ne determina un’altra ancora più grave, dal momento che, paradossalmente, risulteranno assunti con priorità solo tutti gli iscritti alla Fiom». La discriminazione, infatti, «non viene sanata, ma si trasferisce solo da un soggetto ad un altro, inducendo chi resterà fuori a ricorrere a sua volta alla magistratura. Il risultato oggi raggiunto dalla Fiom non è la tutela effettiva di tutti i lavoratori, ma solo quella, di bottega, dei suoi iscritti».

Terracciano, come giudica la notizia della riassunzione dei 19 operai iscritti alla Fiom?
È una sentenza che introduce nuovi diritti a danno di altri diritti. Senza contare poi che gli associati e gli ex delegati della Fiom, oggi lavoratori, hanno firmato un contratto che stanno criticando da due anni: se non vado errato, infatti, sono gli stessi che non hanno voluto siglare gli accordi di Pomigliano nel 2010. Non le pare una contraddizione?

In effetti…
A questo punto, viene spontaneo chiedersi se davvero condividano quel modello contrattuale oppure no. Perché se lo condividono, allora è sufficiente che firmino il contratto già sottoscritto due anni fa da Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic e dall’Associazione dei quadri Fiat.

Lei cosa risponde?
Evidentemente alla Fiom, in questo momento, interessa di più un’azione d’immagine, mediatica, in vista delle prossime elezioni che non dare un contributo serio allo sviluppo di un progetto industriale in Italia. Continuare poi a ricorrere ai tribunali significa rinnegare il ruolo della contrattazione confederale.

Qual è invece il compito del sindacato?
È quello di dare un contributo, con spirito di servizio nei confronti dei lavoratori, all’azienda per uscire dalla crisi in corso, in modo tale che si possano creare nuovamente le condizioni per tornare a investire.

E la Fiom non l’ha fatto?
Stimo la Fiom del passato, ma oggi è rimasta ancorata a un modello relazionale e a una logica statalista ormai superata. Personalmente auspico che la Fiom possa ritrovare la strada e il coraggio di tornare a fare il sindacato.

@rigaz1

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1 commento

  1. francesco taddei

    magari è ora che gli altri sindacati lo facciano notare chiaramente ai cittadini italiani. se ancora perseguiamo il mito dell’unità sindacale poi smettiamola di lamentarci. che facciano emergere finalmente e prepotentemente le differenze culturali tra chi si informa sulle nuove forme contrattuali attuate sia in italia che nei paesi con più alta produttività e chi fa ancora i comnizi con la faccia di marx.

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