Abbonarsi gratis a Repubblica? Tre motivi per farlo e uno (convincente) per non farlo

Di Antonio Benvenuti
04 Luglio 2012
«Un amico mi scriveva di avere rifiutato i reiterati inviti di Repubblica ad un abbonamento gratuito di prova». Riflessione su una tentazione cartacea

tratto dal blog Berlicche

Un amico mi scriveva di avere rifiutato i reiterati inviti di Repubblica ad un abbonamento gratuito di prova. Io gli ho detto che avrebbe dovuto invece accettare. Per tre ragioni.
Primo, perché è utile conoscere il proprio nemico per potere rispondere con efficacia tempestiva a quanti se ne abbeverano come ad un perverso libro sacro; secondo, leggere a scrocco è un piccolo dispettuccio che la testata si merita; terzo, a volte capita di trovare anche in mezzo allo schifo qualcosa che vale la pena vedere, come i denti bianchi di un cane putrefatto.

Al che mi è stato replicato che, per chi è sensibile alla bellezza femminile ma vuole conservarsi puro, non conviene attardarsi in posti dove ci siano donne che si mostrano “al naturale”. Le balle e l’odio che traspaiono da quel giornale sono come un sottile veleno, anche per coloro che conoscono dal di dentro la Chiesa. E quindi conoscono anche le fragilità e le cattiverie di chi ne fa parte, uomini come tutti.

Ho dovuto dargli ragione. Illudersi di poter tenere sotto controllo la tentazione (e i tentatori o le tentatrici) è una delle maggiori cause prossime del peccato. E’ un’altra maniera in cui orgoglio e presunzione ci fregano.
Io sono sensibile nei confronti della bellezza muliebre, ma ho fatto una certa scelta di campo una quindicina di anni fa. Che, se non mi ha tolto il gusto per detta pulchritudine, mi ha però fatto prendere le distanze da eventuali sbocchi per così dire fisici di quel fascino.

Riflettevo però che non sono mai stato messo alla prova fino in fondo e che, nonostante ogni buona intenzione, non potrei essere per niente sicuro dell’esito della lotta.
“O Signore, salvami dall’uomo di eccellenti intenzioni e cuore impuro: perché il cuore è ingannatore sopra ogni cosa, e disperatamente malvagio”, scriveva Eliot.
Quindi forse ha ragione il mio amico. Dai diavoli è meglio tenersi alla larga. Non è affatto detto che noi ne sappiamo una più di loro, è molto più probabile il contrario.

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10 commenti

  1. Alberto Ghidotti

    Due cose, la prima come può permettersi di produrre un giornale a gratis. Dove li prende i soldi???
    Secondo, a volte imbianco, imbianco a casa mia, ma imbianco anche case di amici…e mi faccio pagare!!! Qualche giornale mi può essere utile per evitare di sporcare.

  2. cap

    Francamente non capisco perché consideriate Repubblica come se fosse il diavolo. Il diavolo non è mica laico.

    1. Mappo

      Magari Repubblica fosse il diavolo, ce ne potremmo andare tutti in vacanza.
      Repubblica è “solo” un giornale che fa schifo, pieno di falsità e di odio, con pennivendoli tipo Augias che con sprezzo del ridicolo sono pronti a scrivere qualunque castroneria atteggiandosi a grandi pensatori. Organo di un potere economico che stravolge le regole della democrazia, che in questi anni ha contribuito allo sfascio delle istituzioni e non ultimo ha trasformato il cervello dei suoi lettori in uno yogurt andato a male.

      1. Cap

        Un giornale che dà veramente fastidio, insomma. Evviva.

        1. PAOLO DELFINI

          CARO CAP, NON SO A LEI E AGLI ALTRI LETTORI, MA A ME REPUBBLICA NON DA’ NE’ FASTIDIO NE’ GIOIA, SEMPLICEMENTE NON LO CALCOLO PROPRIO!

          1. Cap

            A lei no, ma a Mappo è evidente che dà l’orticaria.
            Comunque sia, fra un giornale “scomodo” e uno che liscia il pelo preferirò sempre il primo.
            A parte questo, mi pare di poter tranquillamente dire che oggi, almeno in Italia, il potere della carta stampata sia veramente irrisorio, quindi trovo le sparate contro questo o quel quotidiano davvero insulse.

          2. Mappo

            Cap: lei da alla definizione di scomodo un valore veramente esilarante. Scomodo è chi sostiene posizioni invise ai potenti, chi rischia la propria libertà fisica ed economica. Scomodo è chi per un’ideale e non per un’ideologia è capace di gridare che il re è nudo.
            In tutta sincerità come può una persona sostenere che Repubblica sia un giornale “scomodo” in questo senso senza sentirsi un coglione? Ovviamente absit iniuria verbis.

    2. Mappo

      Infatti Repubblica non è un giornale laico, semmai laico lo è Tempi, Repubblica è solo un giornale laicista.

  3. Mappo

    Non vedo proprio perché abbonarsi, sia pur gratis, al rotolo di carta igienica dell’Ing. De Benedetti.
    In qualunque supermercato se ne può trovare di migliore, a quattro veli, profumata, extramorbida e non ci si macchia neppure il fondoschiena con l’inchiostro

    1. rick2771

      …. sono gli stessi motivi che mi spingono a leggere gli articoli di questo sito, solo che di denti bianchi qui per adesso nemmeno l’ombra … ma continuo a sperare.

I commenti sono chiusi.