Belen, 11 anni, incinta del suo stupratore, spiazza la stampa pro aborto: «Amerò mio figlio»

Di Benedetta Frigerio
17 Luglio 2013
La sorprendente storia della ragazzina cilena che è stata violentata dal patrigno e ora aspetta un bambino da lui. Ma non si lascia trasformare in icona pro choice

È stata violentata ed è rimasta incinta, ancora bambina, del suo stupratore. Di lei i giornali hanno parlato come di una vittima della Chiesa cattolica che si accordò con Pinochet affinché il generale non legalizzasse l’aborto. “11 anni costretta a non abortire”, strillavano i titoli apparsi la settimana scorsa sulla stampa locale, dato che in Cile l’interruzione volontaria di gravidanza non è consentita nemmeno in caso di stupro. La vita del bambino per la legislazione statale vale ancora quanto quella della madre.

LE INGERENZE. Il 12 luglio scorso anche Amnesty International, tramite Guadalupe Marengo, direttrice del programma Americhe di Amnesty, è intervenuta spronando il «governo cileno a rispettare i suoi obblighi internazionali e garantire che “Belen” (pseudonimo usato da giornali e tv per tutelare la privacy della minore, ndr) riceva tutta l’assistenza medica, psicologica e legale di cui ha bisogno, tenendo in particolare conto la sua età, e prevedendo anche l’opzione di servizi legali, sicuri e accessibili di aborto. Nessuna vittima di stupro dovrebbe essere sottoposta a ulteriore paura e coercizione mentre cerca di riprendersi da quell’esperienza». Dopo di che sulla vicenda di Belen è calato il silenzio dei media. Forse perché a smontare questa campagna strumentale pro-aborto non è stato chissà quale potere oscurantista bensì il cuore della protagonista stessa.

LE PAROLE DI UNA MAMMA. Ai microfoni della tv di Santiago Canal 13 Belen ha chiarito infatti che sottoporsi all’aborto sarebbe ancora più deleterio per lei. E spiazzando tutti i suoi presunti “difensori” ha dichiarato il suo amore per il figlio in grembo: «Lo amerò molto, nonostante tutto, anche se viene da un uomo che mi ha fatto male», ha detto la ragazzina. Belen ha spiegato che a stuprarla è stato il suo patrigno, ora in prigione e in attesa di essere processato. E ha aggiunto che, «come una bambola, stingerò il mio bambino fra le braccia». Il giorno dopo, il presidente cileno Sebastian Piñera (nella foto a destra), che pure in precedenza aveva dichiarato l’intenzione di garantire alla giovane tutti i sostegni necessari, ha esclamato così: «Ieri Belen mi ha sorpreso, ha sorpreso tutti noi con parole che dimostrano una profondità e una maturità attraverso cui ci ha dimostrato che, nonostante il dolore causato dall’uomo che l’ha violentata, lei è pronta ad amare e a prendersi cura della neonata».

STRUMENTALIZZATA. Eppure, dopo la richiesta dell’undicenne, anche chi aveva dichiarato di volerla rispettare ha continuato per la sua strada, come se Belen non avesse neppure parlato: «La misura più appropriata è “l’aborto terapeutico”», ha detto l’ex presidente socialista Michelle Bachelet, ora in corsa per le prossime elezioni. Le ha risposto il segretario generale del governo, Cecilia Perez, che ha ricordato che non esistono aborti “terapeutici”, dal momento che l’omicidio di un figlio non può avere effetti curativi per la madre. I militanti duri e puri della causa abortista stanno provando invece a far leva sulla presunta “incoscienza” della bambina, ma la strumentalità di questa posizione non riesce a mettere in ombra la naturalezza e la spontaneità dimostrate dalla ragazzina. «Difenderemo Belen e nello stesso tempo difenderemo la vita del bambino», ha ribadito il presidente Piñera.

@frigeriobenedet

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6 commenti

  1. isabel

    Ciao se condo me è una cazzata(scusate per la parola) comunque Belen non è rimasta incinta perché sennò ora il telegiornale ne avrebbe parlato e strappato. Poi non ha 3 figli ma 2.
    HO SCRITTO COSA HO PENSATO

  2. Paolo

    Il Cile è un esempio – sulla questione – per il mondo occidentale. Di fatto è il Paese più benestante e progredito del Sudamerica; paragonabile ad un qualsiasi Paese europeo di medio livello. Eppure l’aborto è severamente vietato ma nello stesso tempo le organizzazioni e associazioni di aiuto alla vita hanno ampissima visibilità e sostegno, anche pubblico. Il tutto ha favorito una cultura sociale e nazionale di rispetto e difesa per la vita nascente e la necessità di aiutare sempre le madri in difficoltà… ciò che l’aborto legalizzato da noi ha quasi del tutto cancellato.. Neppure 10 anni di centro-sinistra al governo – e le perenni pressioni internazionali – hanno scalfito questo bel clima; solo ora la ex-presidente Bachelet vorrebbe inziare a cambiare le cose ma il governo vigente tiene duro e da esemplari risposte. Vamos Chile!!

  3. giuliano

    mi affascina la richiesta di Laura che mette sulla bilancia la Consapevolezza su un piatto e la Vita umana sull’altro. Magnifica Italia 2013

  4. Giuseppe

    Ci vuole un paese uscito da una dittatura per ricordarci che abortire non puo’ essere un diritto.Cosa continuate a confondere oggietto con soggetto?

  5. Quercia

    Leggendo l’articolo mi par di capire che, secondo la logica pro-death, se una ragazza decide di abortire non ci si fanno troppe domande sulla sua possibile consapevolezza, se invece decide di tenere il bambino o la bambina, allora diventa improvvisamente incapace di intendere e volere.
    Il che sarebbe coerente con il fatto che appena si cerca di mostrare ecografie e quant’altro alle mamme che stanno prendendo la decisione, gli abortisti urlano allo scandalo. Alla faccia della trasparenza, informazione e della scelta consapevole.

    Un senatore cileno pro-aborto sembra si sia espresso così: “Più che coraggiosa, Belen è una vittima e dobbiamo trattarla come tale. Lo stato deve proteggerla e dare risposte alla ragazzina e molte altre donne che vedono i loro diritti fondamentali negati”
    …della serie “o fai come dico io e abortisci (con buona pace dei quesiti sulla consapevolezza) oppure ti obbligo a farlo (con buona pace della tua volontà)”

    Fa riflettere inoltre come questa vicenda sia stata ripresa in Italia. SI parla di ragazza che non può abortire oppure che le è impedito l’aborto, aborto negato eccecc. Il “dettaglio” della faccenda però è che non VUOLE abortire. Ah giusto…allora di colpo diventa incapace di intendere e volere.

    http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/07/14/cile11-anni-stuprata-dal-patrigno-e-incinta-e-non-puo-abortire/
    http://www.leggo.it/NEWS/ESTERI/belen_incinta_11_anni_cile/notizie/302656.shtml
    http://www.giornalettismo.com/archives/1029843/l11-enne-stuprata-dal-padre-adottivo-che-non-vuole-abortire-divide-il-cile/

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