«Non chiamateli terroristi». La pericolosa linea editoriale di Afp su Hamas

Di Mauro Zanon
30 Ottobre 2023
L'agenzia di stampa francese chiede ai suoi giornalisti di parlare di "movimento palestinese" e di non definire "islamisti" i miliziani. Così banalizza il terrorismo
Hamas Israele morti kibbutz
epa10911400 Bodies of dead Israelis lie in Kfar Aza kibbutz next to the border with Gaza, 10 October 2023. More than 900 people have been killed, around 150 were taken as hostages, and 1,500 others injured, according to Israel Defence Forces (IDF), after the Islamist movement Hamas launched an attack against Israel on 07 October. More than 3,000 people, including 1,500 militants from Hamas, have been killed and thousands injured in Gaza and Israel since 07 October, according to Israeli military sources and Palestinian officials. EPA/ATEF SAFADI

Parigi. Hamas? Un “movimento palestinese” che resiste dinanzi a Israele, e non un’organizzazione terroristica. L’Afp, l’agenzia di stampa francese fondata nel 1835 e tra le più autorevoli al mondo, è al centro di una bufera mediatica a Parigi per il modo in cui sta trattando il conflitto tra Israele e Hamas, o meglio per il linguaggio utilizzato per descrivere i terroristi islamisti che hanno causato dallo scorso 7 ottobre almeno 1.400 vittime e 4.700 feriti tra gli israeliani.

«Il movimento palestinese Hamas»

A far scattare l’indignazione generale è un messaggio pubblicato dall’Afp su X venerdì 27 ottobre, consacrato ai bombardamenti dell’esercito dello stato ebraico sulla striscia di Gaza in risposta agli attacchi di Hamas. «Imperversano i combattimenti via terra sulla striscia di Gaza, bersaglio di bombardamenti israeliani senza precedenti tre settimane dopo l’inizio della guerra tra Israele e il movimento palestinese Hamas, tagliata fuori dal mondo in ragione del blocco delle telecomunicazioni e di internet», si legge nel messaggio.

La formula utilizzata dall’agenzia di stampa francese per definire Hamas, “movimento palestinese”, non è passata inosservata. Per Stéphane Le Rudulier, senatore dei Républicains, l’Afp avrebbe dovuto qualificare Hamas come un’organizzazione “terroristica” e non semplicemente come un movimento, linguaggio pericolosamente ambiguo. «Descrivete la realtà. La vostra banalizzazione del terrorismo è ignobile e pericolosa», ha attaccato il senatore gollista su X.

Da Afp a “Agence Mélenchon Presse”?

Anne-Laurence Petel, deputata di Renaissance, il partito del presidente Macron, si è chiesta sulla piattaforma social se l’Agence France Presse non sia diventata in realtà “l’Agence Mélenchon Presse”, in riferimento all’autocensura del leader giacobino Jean-Luc Mélenchon e dei suoi compagni di partito della France insoumise, che si ostinano a non etichettare Hamas come gruppo terroristico, lasciando intendere nei loro comunicati e dichiarazioni che Israele se l’è cercata. «Buongiorno Afp, #HamasTerrorists è ufficialmente considerata in Francia come un gruppo terroristico, dunque, perché prendere dei barbari per dei resistenti? E dei massacri di ebrei per una guerra convenzionale? Perché “dimenticare” i neonati decapitati e gli ostaggi a Gaza? Siete “l’Agence Mélenchon Presse?”», ha commentato Anne-Laurence Petel.

Julien Odoul, deputato del Rassemblement national, si è chiesto dal canto suo se «questo organo di stampa lautamente finanziato dalle nostre tasse avrebbe qualificato le Waffen-SS come un movimento tedesco nel 1945». «Che vergogna per questa officina goscista che risparmia deliberatamente i terroristi islamisti di Hamas», ha aggiunto Odoul. Ma c’è di più. La giornalista Judith Waintraub del Figaro ha avuto accesso a una nota di servizio della direzione dell’agenzia di stampa francese intitolata: “Consegne editoriali sulla copertura della guerra tra Israele e Hamas”.

Non chiamate i miliziani di Hamas “islamisti”

All’interno della nota confidenziale, viene indicato che Hamas può essere designato come un “movimento islamista palestinese”, ma che i soldati non possono essere descritti come “islamisti”. I giornalisti dell’Afp, inoltre, devono utilizzare la formula “combattenti di Hamas” e non il termine “terroristi”. Una posizione che il direttore dell’informazione dell’Afp, Phil Chetwynd, ha giustificato sul Figaro.

La parola “terrorista” «ha perso tutto il suo significato», secondo quest’ultimo, perché «tutti i governi autoritari del mondo utilizzano questo termine per parlare dei loro oppositori, per esempio. Noi privilegiamo i fatti di cui possiamo essere testimoni in prima persona». Lunedì 23 ottobre, Tsahal ha organizzato una proiezione a Tel-Aviv per mostrare ai giornalisti le atrocità commesse da Hamas lo scorso 7 ottobre. Nella sala, erano presenti circa 200 corrispondenti della stampa estera. La quasi-totalità dei giornalisti ha raccontato subito sui loro rispettivi media quanto visto nelle immagini diffuse da Tsahal: l’Afp non ha considerato l’evento importante da consacrarvi con urgenza nemmeno un lancio di agenzia.

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