
Ahmadinejad a New York con un seguito di 140 persone. Critiche: «Cosa fanno, un picnic?»
C’è grande attesa per il discorso che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad terrà oggi all’Assemblea generale dell’Onu. L’anno scorso, mentre il presidente dal palco negava l’Olocausto, le delegazioni europee e quella degli Stati Uniti lasciavano la sala come forma di protesta. Quest’anno le critiche sono arrivate ancora prima del suo discorso da alcuni membri del Parlamento iraniano, che l’hanno accusato di essere a New York «per un picnic».
A NEW YORK IN 140. Ahmadinejad, infatti, è arrivato a New York con un entourage di ben 140 persone, tra cui alcuni familiari, che alloggeranno nel lussuoso Warwick hotel. Non stupisce che in patria si siano levate molte proteste soprattutto se si pensa al difficile momento economico che attraversa il paese a causa delle sanzioni Usa e Ue. Nel paese dominato dal regime degli Ayatollah è diventato inaccessibile alla maggior parte delle persone, ad esempio, il pollo tanto che il governo ha proibito di mostrare in televisione film dove la gente mangia carne bianca. Di recente, il presidente ha anche accusato l’Occidente di «impedire alle nuvole» di arrivare sull’Iran, causando così quella siccità che sembra ormai imminente nella Repubblica islamica.
AHMADINEJAD LOVES NEW YORK. Diversi parlamentari iraniani si sono chiesti a che cosa serve che a New York all’Onu si rechino 140 persone, da qui la battuta: «La maggior parte di loro sono andati a fare un picnic». E dire che il presidente ne aveva invitati 160 ma venti sono stati ritenuti di troppo. Per questo motivo il famoso fumettista iraniano Touka Neyestani ha pubblicato sul sito dell’International Campaign for Human Right in Iran una vignetta (nella foto) che mostra Ahmdinejad, accerchiato da una montagna di valige, che indossa la maglietta “I love New York”. L’Assemblea generale dell’Onu, effettivamente, sembra essere considerata dal presidente iraniano come un ottimo momento per fare propaganda, farsi pubblicità e magari un bel picnic a Central Park. E siccome quest’anno termina il suo secondo mandato, e non potrà ricandidarsi per un terzo, meglio godersi l’ultimo viaggio in buona compagnia.
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