
Ai nuovi barbari dire «vieni e vedi»
Per descrivere cosa voglia dire il cambiamento dell’umano che nasca da un annuncio di verità, è utile ritornare all’epoca dell’origine religiosa della civiltà occidentale. L’analogia con i tempi di oggi dal punto di vista della barbarie è evidente. Sta a noi vedere come ciò che accadde allora dà un’indicazione utile alla ricostruzione della nostra civiltà.
Alcuni brani de Il cristianesimo e la formazione della civiltà occidentale di Christopher Dawson mostrano come non fu una precettistica morale, un sincretismo religioso o un tentativo di conciliare con pateracchi dottrinali e manifestazioni ad effetto culti pagani e annuncio cristiano, a cambiare il mondo. Fu l’annuncio della fede come presenza di un Dio fatto uomo, fu un’amicizia basata su questo annuncio, fu la testimonianza di verità del singolo e di popoli.
è utile rileggere alcuni brani del libro citato…
«Il mondo che Gregorio di Tours ci descrive è pieno di violenze e di corruzione, in cui chi governa dà l’esempio dell’ingiustizia e del disprezzo della legge; neanche la lealtà e l’onore militare, virtù tanto care ai barbari, erano più osservati».
«Un mondo di violenza e di ingiustizia, che sta sprofondando sotto il peso delle proprie colpe».
«… il moderno nazionalismo ha avuto la tendenza a idealizzare le condizioni di civiltà originarie dei barbari occidentali, a vedere i Germani, i Celti, gli Slavi, e gli altri come popoli giovani pieni di forze creative che hanno portato un nuovo soffio di vita a una civiltà esausta e decadente. Ma sebbene questo modo di vedere abbia trovato la sua definitiva giustificazione nel corso della storia, tuttavia, per gli uomini di quel tempo, che relativamente avevano a che fare coi barbari, esso era assolutamente impossibile. Per il mondo cristiano dell’Età oscura, le forze della barbarie erano inevitabilmente considerate sotto l’aspetto negativo, come una potenza guerriera, cieca e distruggitrice, che portava rovina alle città e schiavitù ai popoli».
«I barbari potevano comprendere e accettare lo spirito della nuova religione solo a condizione ch’esso venisse loro manifestato visibilmente nelle vite e negli atti di uomini che sembravano dotati di qualità soprannaturali. La conversione dell’uomo occidentale non si realizzò tanto per mezzo dell’insegnamento di una nuova dottrina, quanto attraverso la manifestazione di una nuova potenza che pervase di timore e soggiogò i barbari dell’Occidente, così come aveva sottomesso i paesi civilizzati del Mediterraneo. E come i martiri erano stati gli eroi e i testimoni della conquista dell’impero, così gli eremiti e i monaci furono i confessori e gli apostoli della fede in mezzo ai barbari».
«La Chiesa occidentale non si rivolse ai barbari con una missione civilizzatrice o con qualche cosciente speranza di progresso sociale, ma con il tremendo messaggio del divino giudizio e della divina salvezza».
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
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