Mi chiedevo come fosse possibile che con un tale dolore l’importante fosse darsi a Dio e non lamentarsi. L'ho imparato da Modesto, che soffre della mia stessa malattia
Tormentato dalla sofferenza fisica della mia malattia, come spesso accade, non volevo più soffrire. Se non fosse per la fede che mi sostiene, avrei voluto fuggire da questa realtà che mi fa soffrire.
Il dolore della spondilite (il nome della mia malattia) a volte mi lascia immobilizzato e immerso solo nei miei pensieri, che sono tutti negativi. La sofferenza fisica porta inevitabilmente con sé una sofferenza spirituale. Credo che sia anche il contrario. Non c’è sofferenza spirituale che non porti a un dolore umano concreto, fisico, tangibile.
Quel giorno mi sono chiesto a chi rivolgermi per trovare rifugio. Non volevo nemmeno pregare, nelle mie condizioni non riesco nemmeno a leggere i salmi. Così ho chiesto di essere portato da un malato della clinica, il mio amico Modesto.
Io e Modesto soffriamo della stessa malattia, così ho cercato un complice nel mio dolore, nei miei pensieri. Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse quello che volevo sentire, qualcuno che conoscesse la mia soffer...