Alitalia, sindacati spaccati. L’azienda: «Accordo di tutti condizione necessaria per Etihad»

Sia l'ad Del Torchio che la compagnia degli Emirati Arabi smentiscono ultimatum nelle trattative. Referendum Cgil-Cisl-Ugl senza quorum: vota il 27 per cento dei lavoratori

Si è conclusa la consultazione in corso da mercoledì pomeriggio con i dipendenti Alitalia in relazione all’accordo raggiunto tra l’azienda e Cisl, Cgil e Ugl (ma non con la Uil). Mentre l’assemblea dei soci ha votato un aumento di capitale, è arrivata anche una triplice smentita al fatto che Etihad abbia dato un ultimatum per chiudere la trattativa entro il 28 luglio.

NESSUN ULTIMATUM. Il primo a smentire ultimatum è stato l’ad Gabriele Del Torchio che stamattina, ai giornalisti che gli hanno chiesto notizie in merito, ha risposto «Non mi risulta». Poi è arrivata la smentita delle ricostruzioni giornalistiche anche da parte della compagnia degli Emirati arabi, e infine quella del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: «Non abbiamo lavorato inutilmente per sette mesi. Alitalia era sull’orlo del baratro. Lo Stato pagava il fallimento su un’azienda e si parlava non di 2.950 lavoratori messi in mobilità, ma di 13.000 lavoratori e dell’intero sistema aeroportuale italiano in ginocchio». Il presidente di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, ha chiarito: «Le cose con Etihad si chiuderanno nei prossimi giorni. Questo mi pare molto probabile. La situazione di Alitalia è difficile, non vedo altre soluzioni se non Etihad. Alitalia è una nostra partner e non è nel nostro interesse che i nostri parner vadano male».

IL REFERENDUM. Nelle stesse ore però Alitalia è risultata divisa anche sul fronte interno, e in particolare quello sindacale. Non è stato infatti raggiunto il quorum previsto nella consultazione con i dipendenti sui tagli per 31 milioni di euro del costo del lavoro (che prevede sforbiciate progressive, solo per i redditi superiori a 20mila euro lordi, da 85 a 1.300 euro). Ad annunciare il mancato raggiungimento della soglia minima è stata la Uilt, che aveva già indetto, in dissenso alle altre sigle, una consultazione che si dovrebbe tenere dal 28 luglio al 1 agosto. Per il segretario generale della Uil trasporti (Uilt), Claudio Tarlazzi, «Su un totale di 13.190 lavoratrici e lavoratori aventi diritto al voto, 3.555 sono stati i votanti, raggiungendo una percentuale pari al 26,95 per cento. sulla base del Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014, il referendum in Alitalia non è valido». In particolare per la Uilt, ha votato solo il 3 per cento dei 5.400 addetti del personale navigante, e l’accordo tra azienda e altre sigle non è più valido e andrebbe rinegoziato: «Ora dovremo fare un nuovo accordo, perché gli altri sindacati devono prendere visione che questo accordo è stato bocciato dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. Bisogna tornare al tavolo e fare un nuovo accordo».

IL COMUNICATO DELLE ALTRE SIGLE. Per gli altri sindacati invece le cose non stanno affatto così. Dopo un laconico tweet del segretario generale della Fit-Cisl Giovanni Luciano (“Circa 30 per cento votanti in 25 ore di seggio aperto con oltre 80 per cento di sì. Azienda vive, lavoro salvo”) che di fatto annunciava la validità della consultazione, i sindacati che hanno aderito all’accordo con Alitalia hanno poi rilasciato un comunicato ufficiale in cui di fatto sconfessano la linea della Uil, spiegando: «Il referendum sull’integrativo contentente il taglio del costo del lavoro di Alitalia non ha raggiunto il quorum, ma essendo una consultazione abrogativa, l’accordo firmato è valido». Anche l’azienda ha rilasciato un comunicato, spiegando di aver appreso con una comunicazione dei sindacati i risultati: «Il mancato raggiungimento del quorum, sulla base del testo unico sulla rappresentanza e democrazia sindacale, conferma la validità degli accordi sottoposti a referendum». La risposta della Uilt non si è fatta attendere: «Dichiarazioni più che paradossali. Hanno fatto una consultazione in fretta e furia, violando tutte le regole, sotto il diktat dell’azienda in previsione dell’assemblea odierna. L’unica cosa seria, è sapere se i contrasti all’interno della compagine degli azionisti sono stati superati».

L’ASSEMBLEA DEI SOCI. A Fiumicino nella mattinata si è riunita, per circa 5 ore, l’assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio 2013 e ha deciso anche un aumento di capitale di 250 milioni di euro per ricoprire le perdite degli ultimi mesi. Il bilancio dell’anno scorso si è chiuso con un rosso di 569 milioni. Alitalia inoltre ha rilasciato una nota in cui avverte i sindacati che “La coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali sono essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad”.

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