
Altro che risarcimento. Ecco qual è il debito della Lombardia nei confronti di Formigoni

Ci hanno infilato dentro anche Nicole Minetti e Saddam Hussein: ci sono anche loro nel testo della mozione presentata dal M5s al Consiglio regionale della Lombardia. Dopo aver rigettato per due volte, il 26 febbraio e dell’8 marzo scorso, il carattere d’urgenza sventolato dai Cinquestelle, l’assemblea si è trovata ieri infatti a discutere la richiesta di risarcimento danni (sede civile ex art. 2043 c.c. Ai sensi e per gli effetti del comma 2 dell’art. 185 del Codice penale) a seguito della condanna in via definitiva per corruzione dell’ex governatore Roberto Formigoni. Ma la mozione è stata respinta dal Consiglio regionale con 46 voti contrari (10 favorevoli, in 16 non hanno partecipato al voto).
MINETTI, OIL FOR FOOD E L’EXPO «SENZA FARE NULLA»
Il testo, redatto “alla grillina”, si scaglia contro l’ex presidente condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione e la sua «epopea» finita «sull’onda degli scandali». Segue quindi una sorta di casellario della legislatura «caratterizzata da inchieste e arresti che hanno coinvolto esponenti della maggioranza di centrodestra che sosteneva Formigoni»: dall’arresto del consigliere Pdl Gianluca Rinaldin allo scandalo Oil For Food, passando per l’indagata consigliera Minetti e il rinvio a giudizio del presidente della Provincia Guido Podestà. Tutto per i Cinquestelle è imputabile a Formigoni e al «sistematico “spoil system” che in 18 anni ha portato all’occupazione di tutti i centri del potere regionale da parte dei componenti di Comunione e Liberazione, alla costruzione di Palazzo Lombardia sui terreni a bosco del lascito inalienabile della contessa Sommaruga», anche la gestione della «vicenda Expo 2015» caratterizzata da un triennio (2008-2011) passato da Formigoni «in contrasto con il sindaco Moratti e senza fare nulla» e i tre anni successivi (2012-2015) caratterizzati da «deroghe, infiltrazioni mafiose, arresti e processi». Perfino la crisi è imputabile al governatore, durante il ventennio “formigoniano” infatti «abbiamo assistito al radicarsi delle mafie, alla privatizzazione della sanità regionale a cui è collegata la maggior parte dei casi di corruzione registrati in Lombardia, inoltre il sistema economico regionale ha registrato un crollo con l’esplosione dei fallimenti delle imprese lombarde». Da qui la richiesta di risarcimento.
DEL GOBBO SVEGLIA I CINQUESTELLE
Sorvolando sulla degenerazione cui ha portato la malsana idea dell’onestà e della trasparenza grillina ad altre latitudini del Movimento, i grillini hanno le idee confuse. A rimettere in fila i numeri, non certo del risarcimento bensì del debito che la Lombardia ha nei confronti delle politiche generate durante i mandati di Roberto Formigoni e che accompagnano i primati della Lombardia in moltissimi ambiti, ci ha pensato in aula Luca Del Gobbo, consigliere regionale in Lombardia di Noi con l’Italia: «Mai come nelle legislature che hanno visto Formigoni presidente si sono liberate energie, protagonismo, iniziative dinamiche e plurali su tutti i territori della regione e in tutti i settori. Mai come in quegli anni, il principio di sussidiarietà ha trovato corpo e sostanza, dando frutti di cui oggi godiamo tanto da segnare una strada che anche le legislature successive, la IX con il presidente Maroni e l’attuale con il governatore Fontana, stanno percorrendo. Non riconoscerlo non solo è ingiusto verso chi ha favorito quel modello ma ci rende miopi sui passi da compiere oggi e in futuro».
I RECORD IN SANITÀ, RICERCA E INNOVAZIONE
Vediamo dunque cosa dicono i numeri e partiamo proprio dalla Sanità, l’ambito su cui si attestano le principali critiche a Formigoni. La legge 33 del 2009 ha sancito e attuato il principio della libertà di scelta dei cittadini, possibile attraverso un sistema di parità tra pubblico e privato accreditato che ha reso l’offerta di cura in Lombardia un’eccellenza riconosciuta e apprezzata in Italia e in Europa. Non lo dice Tempi, ma l’istituto Domoskopika. Come sottolinea Del Gobbo, «l’analisi del 2018 sui dati del 2016, dice che la sanità della nostra regione ha attratto il maggior numero di pazienti non residenti con 163 mila ricoveri extraregionali. Significa che gli italiani scelgono la Lombardia per farsi curare. Questo vale anche per i lombardi: la Lombardia ha l’indice di migrazione sanitaria più basso d’Italia, con appena il 4,7 per cento di ricoveri fuori regione». Secondo l’analisi della Camera di Commercio di Monza, Lodi e Brianza, la Lombardia è inoltre la patria italiana di ricerca e innovazione «nel 2018 sono stati quasi 20 mila le domande di brevetti depositate, ed è questa la regione in cui si presentano più domande di registrazione di marchi, brevetti e modelli di utilità in Italia».
OCCUPAZIONE E LAVORO
Per quanto riguarda il lavoro, a settembre 2018 i dati di Unioncamere Lombardia hanno rilevato che in Lombardia «si è pienamente raggiunta la situazione pre-crisi, con un tasso di occupazione pari al 67,1 per cento, mentre la disoccupazione, nell’arco di un anno, è passato dal 6,3 al 5,4 per cento. Tra i laureati, il tasso di occupazione è arrivato all’84,7 per cento, superando anche la media dei 28 paesi dell’Unione europea, che si attesta, stando a Eurostat, sull’82,7 per cento». In altre parole, è evidente il segno lasciato da una riforma del settore della Formazione e del Lavoro che ha conosciuto il suo avvio con la legge 22 del 2006, che ha permesso l’introduzione della pari dignità dei soggetti privati purché accreditati del mercato del lavoro, e poi proseguita con una serie di misure e servizi semplificati e riuniti sotto lo strumento unico della Dote. «Anche i cosiddetti Neet – i ragazzi dai 16 ai 29 anni che non stanno studiando, né sono al lavoro o in formazione – risultano in Lombardia, in calo: sono 226 mila (il 15,9 per cento del totale nazionale) quando nel 2014 erano il 18,2 per cento».
CULTURA E NON PROFIT
Ancora: il sistema produttivo culturale lombardo nel 2017 ha prodotto il 7,2 per cento del valore dell’intera economia, trainando verso l’alto la media italiana del 6 per cento: «In termini assoluti la Lombardia è al primo posto per valore aggiunto del settore pari a 24,1 miliardi di euro su 92,2 miliardi a livello italiano, il 26 per cento del totale nazionale». E come effetto leva sul mondo dell’associazionismo e del non profit, le politiche dell’epoca Formigoni hanno reso la Lombardia la prima regione per numero di associazioni attive e per quantità di volontari in campo: «Parliamo di quasi 53 mila associazioni, il 16 per cento del totale italiano, per oltre 1 milione di volontari».
L’EREDITÀ DI FORMIGONI
Altro che risarcimento, «di questo siamo debitori a Roberto Formigoni e a chi, con lui, ha guidato la macchina regionale per quasi 20 anni», ha concluso Del Gobbo. Come la mettiamo con i numeri di un’«epopea» fondata sulla sussidiarietà, sulla valorizzazione delle persone, delle famiglie e del lavoro, un metodo che si è imposto anche anche in altre Regioni d’Italia?
Foto Ansa
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