Anche l’Ucraina ormai ammette che «la guerra è in stallo»

Il comandante in capo delle Forze armate di Kiev riconosce che «non ci sarà alcuna svolta nella controffensiva contro la Russia». Come ha detto Giorgia Meloni, «abbiamo bisogno di una via d’uscita» diplomatica

Dal 7 ottobre la guerra in Ucraina è uscita dalla luce dei riflettori e il quotidiano massacro tra i due eserciti non trova più spazio mediatico, già saturo di altri orrori. Ma le ultime dichiarazioni del comandante in capo delle Forze armate ucraine non possono essere lasciate cadere nel vuoto. «Siamo in una situazione di stallo», ha dichiarato il generale Valery Zaluzhny. «Con ogni probabilità non ci sarà alcuna svolta nella controffensiva contro la Russia».

La controffensiva ucraina è fallita

Dopo cinque mesi di assedi e incursioni condotti con i migliori armamenti forniti dall’Occidente e con soldati addestrati dalla Nato, le truppe di Kiev non hanno ottenuto i risultati sperati: a fronte di perdite altissime, l’Ucraina non ha conquistato le città chiave di Melitopol, Berdyansk e Mariupol, non ha tagliato il corridoio di terra meridionale che collega la Russia alla Crimea e non ha neanche raggiunto la città di Tokmak, da dove potrebbe almeno bersagliare la Crimea con i missili americani.

Dopo la conquista del villaggio di Robotyne, nell’oblast di Zaporizhia, l’esercito ucraino non è riuscito a penetrare oltre in modo significativo nelle formidabili difese russe.

La Russia fatica ad avanzare

Il fallimento della controffensiva non sembra aver creato falle nelle difese ucraine e nonostante attacchi incessanti, Mosca non è ancora riuscita a conquistare né la città di Avdiivka, nel Donbass, né ad avanzare in modo significativo verso Kupiansk.

Le buone notizie per Kiev, però, finiscono qui visto che la Russia ha ancora enormi risorse, sia umane che belliche: «Chi afferma che Mosca stia finendo i soldati dice cose senza senso: non si può sottovalutare strategicamente la Russia», ha dato prova di realismo il colonnello ucraino in pensione Petro Chernyk.

L’arrivo dell’inverno cristallizza il conflitto

Lo stallo di cui parla il generale Valery Zaluzhny è evidente anche dai numeri: negli ultimi dodici mesi la Russia ha conquistato appena un migliaio di chilometri quadrati di territorio ucraino. Troppo poco per dare un senso a questa guerra che potrebbe prolungarsi per anni.

Inoltre con l’imminente arrivo delle piogge, che renderanno il terreno un pantano inadatto al movimento dei mezzi pesanti, le operazioni belliche subiranno un naturale rallentamento. Solo quando il terreno gelerà, intorno a gennaio, le ostilità tra i due eserciti riprenderanno con una certa intensità.

Giorgia Meloni ci ha visto giusto

Le parole del comandante in capo delle Forze ucraine sono perfettamente inquadrate dalle dichiarazioni di Giorgia Meloni, per quanto strappate alla premier dal duo russo composto da Vovan e Lexus durante uno scherzo telefonico: «Vedo molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti. Potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita».

Lo ha dichiarato candidamente anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alleato di ferro di Vladimir Putin: «Ci sono abbastanza problemi da entrambe le parti e in generale la situazione è ora di grave stallo: nessuno può fare nulla per rafforzare o far avanzare la propria posizione. Sono lì testa a testa, trincerati. La gente sta morendo. Dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare un accordo».

È ora di trovare un accordo diplomatico

Si torna ancora una volta a quanto dichiarato un anno fa da Mark Milley, capo dello Stato maggiore congiunto americano: «Questa guerra non può essere vinta militarmente».

Kiev crede ancora di potere ottenere altri successi, magari con l’arrivo degli F-16 promessi dall’Occidente. Ma secondo il generale Zaluzhny, «servirebbe un gigantesco salto tecnologico per superare lo stallo».

Se le cose stanno così, e considerato che combattendo di fianco alla centrale nucleare di Zaporizhia le parti rischiano ogni giorno un «disastro nucleare», l’unica soluzione, come ricordato anche dalla Meloni, è «trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti senza violare il diritto internazionale».

Nei prossimi mesi invernali di stallo forzato, le grandi potenze dovrebbero concentrare gli sforzi per raggiungere una svolta diplomatica.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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