Ancora su Bertolucci (e quei fucili sull’acquasantiera)

Di Rodolfo Casadei
30 Novembre 2018
Caro direttore, ti scrivo a proposito della denuncia clerico-fascista di Novecento e di quando, nel 1976, fummo cammellati a centinaia, col nulla osta del Provveditore, al cinema

Caro direttore, anch’io come molti mi sono divertito leggendo l’irriverente recensione del film Novecento di Bernardo Bertolucci che Emiliano Ronzoni ha proposto su tempi.it. Diversamente da lui, io ricordo abbastanza bene una scena dove la Chiesa e il cristianesimo, ignorati per quasi tutta la durata del film, sono messi molto in evidenza, e non certo per fare dei complimenti. È quella in cui i possidenti terrieri filo-fascisti si riuniscono in assemblea proprio dentro a una chiesa, alla presenza del parroco e dopo aver appoggiato tutti i loro fucili contro una pesante acquasantiera di marmo. Lì decidono tutti d’accordo tranne uno, che mi pare fosse Alfredo-Robert De Niro, di impegnarsi in modo militante al fianco del fascismo. La scena vuole evidentemente rappresentare una denuncia della presunta collusione e continuità fra Chiesa e fascismo, che è stato uno dei cavalli di battaglia dell’intellighenzia social-comunista italiana, e una interpretazione storiografica egemone almeno fino a quando Renzo De Felice non ha dimostrato carte alla mano la natura rivoluzionaria e moderna del fascismo, non classificabile come prosecuzione del potere temporale e autoritario della Chiesa cattolica.

«E POI PER FARLA PARI, GIÙ BOTTE AI POPOLARI»

Per la verità chi sta attento attento coglie la contraddizione insita nella denuncia del clerico-fascismo da parte di Novecento: più volte nel film si ascoltano le squadracce dei fascisti cantare «Allarmi! Allarmi! Allarmi siam fascisti, terror dei comunisti!». Che poi continua a volume un po’ più basso, ma perfettamente udibile: «E poi per farla pari, giù botte ai Popolari!». E chi erano i Popolari? Erano i cattolici impegnati in politica con Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. Dunque parecchi cattolici non simpatizzavano per il fascismo… Ma chi coglie questo dettaglio, a parte i pignoli della mia risma? Certo non lo coglievamo noi studenti 15-17enni delle scuole dell’obbligo di Forlì, che nel lontano autunno del 1976 fummo cammellati a centinaia al cinema Apollo (in più turni) per essere indottrinati, col nulla osta del Provveditore agli studi, nell’ideologia del vate Bertolucci. Ricordo che quando qualche personaggio del film lanciava un’invettiva contro i fascisti, una buona parte della platea gridava e applaudiva come se fossimo alla partita di basket della Jolly Colombani (allora Forlì giocava nella serie A della pallacanestro). Quarantadue anni dopo, permettimi di togliermi il sassolino dalla scarpa.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.