Tutti in marcia fino al Duomo per ricordare che le paritarie esistono. E sono scuole pubbliche

Di Elisabetta Longo
14 Marzo 2015
«Noi delle scuole paritarie non formiamo forse i ragazzi di domani?». Intervista a Miranda Moltedo, preside dell'Istituto delle Suore Marcelline

andemm-al-domm-flickrSi tiene a Milano l’Andemm al Domm, marcia tradizionale delle scuole paritarie e cattoliche, giunta ormai alla sua 33esima edizione. Parteciperanno studenti, scuole e famiglie di Milano e di tutta la Lombardia. «L’Andemm al Domm è importante perché mostra che le scuole paritarie esistono e sono composte di bambini, famiglie e professori, non sono un’entità astratta», spiega a tempi.it Miranda Moltedo, preside dell’Istituto delle Suore Marcelline, una scuola di vari livelli didattici, che conta circa 300 bambini. «Più piccole sono le scuole paritarie, più vogliono partecipare all’Andemm al Domm, perché più piccole sono più fanno fatica. Ma questo non significa che il loro operato valga meno, anzi. Nelle scuole di dimensioni minori si conoscono tutte le storie famigliari, tutte le storie dei bambini e dei ragazzi, si ha a cuore ognuno di loro. Guai a perdere anche uno solo di quei ragazzi perché la famiglia non se lo può più permettere. Piuttosto si fa un taglio in più sulla amministrazione della struttura, ma i ragazzi sono troppo importanti».

RETTE TUTTE ITALIANE. «Recentemente – prosegue Moltedo – ho ricevuto da parte del Governo una newsletter di informazione scolastica. Ho preso la palla al balzo e ho risposto a quella mail rivolgendomi proprio al Primo ministro Renzi. Gli ho chiesto se riteneva giusto che un figlio di persone poco abbienti dovesse rinunciare alla nostra scuola. Ovviamente non ho avuto risposta e temo che non l’avrò mai, visto che sembrano esserci tantissime priorità per lo Stato italiano tranne che per le scuole paritarie. Per fortuna in Lombardia c’è la dote scuola, ma non è sufficiente a coprire talvolta nemmeno la metà di quanto servirebbe per la retta annuale».
I costi di una scuola paritaria in Italia sono decisamente più alti che in ogni parte d’Europa nonostante quanto auspicato dalla Ue: «In Francia una scuola paritaria costa alle famiglie circa 700 euro l’anno. Qualsiasi ceto sociale, con un po’ di risparmio, potrebbe mantenere lo studio di un ragazzo in una scuola così. Da noi le rette arrivano fino a 5 mila euro, è forse giusto? Noi delle scuole paritarie non formiamo forse i ragazzi di domani, ragazzi che saranno onesti e che pagheranno le tasse come tutti gli altri?».

STIPENDI DIVERSI. I ragazzi sono tutti uguali, le famiglie purtroppo no. «C’è un ragazzo bravissimo, è figlio di una badante. Sua madre fa enormi sacrifici per farlo studiare qui, cosa succederebbe a suo figlio se venisse meno anche la dote scuola? Perché si deve far sentire le famiglie povere ancora più povere? L’istruzione riguarda forse solo i ricchi? È impensabile che nel 2015 dobbiamo ancora porci queste domande».
Poi c’è un’altra questione e riguarda chi nella scuola paritaria ci lavora: «Perché un professore che insegna in una scuola paritaria deve essere pagato meno, nonostante il suo impegno settimanale e umano sia lo stesso di un professore di una scuola statale? Eppure entrambi svolgono un servizio pubblico».

Articoli correlati

10 commenti

  1. yoyo

    La marcia l ha inventata il card. Martini. Quindi non è stato un arcivescovo esattamente come lo raccontano.

  2. maurizio

    Filomena,come ti ha detto Francesco..cui prodest il tuo continuo martellare con falsità,insulti e attacchi inconsulti a chi professa la fede cristiana…basta per favore..un po’di rispetto e serietà!Non sei d’accorto,hai delle critiche da fare,vuoi contestare le opinioni o l’operato di qualcuno?Fallo in modo puntuale,realistico e rispettoso..altrimenti basta!!libertà di parola non significa sragionare a vanvera per il solo gusto di farsi notare,di provocare e di prendersi gioco degli altri! Nello specifico del tuo scritto,tre appunti:1)la dizione della Carta Costituzionale,a proposito di “senza oneri statali”ne parla a proposito del sorgere di scuole private, non del suo successivo sviluppo formativo.Questo significa riconoscerne,comunque,il suo ruolo di servizio pubblico.Dà un senso di grande pena e tristezza-per loro-sentire ancor oggi ragazzi gridare in piazza slogan triti e ritriti(questi sì segni di oscurantismo culturale)contro il sostegno(sempre minimale rispetto a quello per le statali)dato alle scuole private(soprattutto se paritarie).Dicevo tristezza e pena per loro,perché é evidente la manipolazione che delle loro coscienze e della loro libertà é fatta da insegnanti,sindacalisti e politici della sinistra legati ad una visione ottocentesca del rapporto pubblico/privato.
    Quanto al pericolo pubblico costituito dalle sentinelle in piedi o movimenti pro life..be’fa proprio scompisciare dal ridere-se solo fosse un gioco-..in realta anche ciò fa solo tanta tristezza e amarezza data la palese,comprovata falsità.Se c’é qualcuno che é insultato,talvolta perfino impedito e aggredito per il suo pacifico-assolutamente pacifico e,tu,dicendo il contrario..dici coscientemente il falso-sono proprio loro(io ne sono testimone perché ad una di queste manifestazioni c’ero e ti assicuro anche che ho fatto fatica a non reagire).Un po’di onestà intellettuale e di rispetto della realtà..suvvia..costa cosi tanto?!

    1. Antonio

      voi continuate a darle corda, a quello scarto di centro sociale… io l’ho capito sin dal principio di cosa è fatta quella sottospecie di essere

  3. filomena_____

    Dalla dicitura costituzionale sulla libertà di aprire scuole private senza onere dello Stato si è passati, prima con Luigi Berlinguer (1999) e poi con D’Alema (2000) al progressivo innalzamento dei contributi alle scuole private e parificate, i due terzi delle quali sono cattoliche.
    E’ di questi mesi l’attacco preoccupante e virulento di frange fondamentaliste cattoliche, ProVita e sentinelle in piedi tra le più attive, che martellano nelle strade e in rete contro l’educazione all’affettività nelle scuole: una crociata triste e ottusa che può diventare pericolosa per i toni omofobi e carichi di odio che esprime verso scelte sessuali e familiari diverse da quella etero.
    Vogliamo davvero che in Italia si creino le condizioni per il proliferare di enclavi scolastiche dove si insegnano cultura e visione sociale basata su principi religiosi oscurantisti che non sono certo palestre per la diffusione dello scambio e del confronto verso chi non la pensa nelle stesso modo? Quali garanzie abbiamo che i valori della laicità dello Stato, dell’autodeterminazione nelle scelte sui temi etici e del corpo, della Costituzione, dell’antifascismo e antitotalitarismo siano presenti nelle scuole private?

    1. Fran'cesco

      Filomena ***
      menti sapendo di mentire; ti capirei se tu lo volessi fare su siti pro-domu-tua, ma cosa ne trai a farlo qui???

    2. Controcorrente

      @ Filomena
      Ignorante Berlinguer e D’Alema fanno parte dello stesso governo il primo era ministro dell’istruzione il secondo era il premier.

    3. To_Ni

      La dicitura costituzionale non ne devi leggere il 50% ., ovvero solo la parte he pensi che ti può servire.
      Per il resto confermi che ritieni che l’unico “enclave” buono è quello che proponi tu : superficiale , vizioso, obbediente ad ogni impulso, abortista, sterile, con figli prodotti in vitro, dati al primo che li vuole, tutto in funzione dell’ombelico. E questa porcata selettiva razzista e totalitaria la chiami laicità.

      PS – So che è inutile e che tornerai con l’idiozia del “senza oneri”…mai io quando ti incontro a farlo il copia ed incolla te lo mollo ugualmente:

      L’art. 33, c.3 stabilisce in linea generale che c’è libertà di istruzione e che gli “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (per esempio una scuola dell’uncinetto).
      Al comma 4 opera il distinguo con chi chiede la “parità” e rimanda alla legge il fissare “ I DIRITTI e gli obblighi”.
      Questa interpretazione, inoltre, non è conflittuale con l’art. 3 della Costituzione (la costituzione si legge in maniera organica).
      Aggiungo in sede costituente tanto Corbino seguito dal Codignola (che era comunista) nel dare una interpretazione autentica sul “senza oneri per lo Stato” si lanciano in un “noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire in aiuto degli istituti privati, ma che nessuno istituto privato potrà sorgere con il
      diritto di avere aiuti da parte dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di dare o di non
      dare”

    4. To_Ni

      Mi hanno censurato un post nel quale ribadivo che per te l’unico “enclave” buono e giusto è il tuo e tutti, per te, dovrebbero essere prodotti in serie. E questa cosaccia la chiami una vita auspicabile. Vuoi persone che guardino con indifferenza e tolleranza i tuoi aborti, l’eutansia , gli uteri in affitto, gli acquisti per gay dei bambini che a te non interessano minimamente e per cui “se li prenda che kle vuole”. Ovviamente non deve avere diritto d’asilo in nessuna persona l’idea che la “cosaccia” che hai nel cuore fa male a tutti, rende una società debole e moribonda e terribilmente triste… basta per te che si possa copulare (l’unico abbozzo di felicità che concepisci) e sul quale costruisci i tuoi diritti .

      Dato che ritorni sempre nel “senza oneri” credo di farti cosa gradita evidenziarti che dici una boiata …anche se non dubiito che la Costituzione da te ” riscritta ritta a piacere” e che ti sei messa in testa è quella che preferisci
      L’art. 33, c.3 stabilisce in linea generale che c’è libertà di istruzione e che gli “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
      Al comma 4 opera il distinguo con chi chiede la “parità” e rimanda alla legge il fissare “ I DIRITTI e gli obblighi”.
      Questa interpretazione, inoltre, non è conflittuale con l’art. 3 della Costituzione (la costituzione si legge in maniera organica). Il concetto di uguaglianza.
      Aggiungo in sede costituente tanto Corbino seguito dal Codignola (che era comunista) nel dare una interpretazione autentica sul “senza oneri per lo Stato” si lanciano in un “noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire in aiuto degli istituti privati, ma che nessuno istituto privato potrà sorgere con ildiritto di avere aiuti da parte dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di dare o di non dare”

    5. Elena

      Il post di FILOMENA è eloquente: le paritarie vanno combattute non perchè sono troppo costose per lo Stato (dal punto di vista finanziario, infatti, le paritarie convengono allo Stato), ma bensì perchè propongono un modello socio-culturale non in linea col pensiero unico in tema di matrimoni gay (oltre ad aborto, liberalizzazione droghe leggere, concetto di famiglia, ecc.). Quindi, secondo Filomena, è preferibile sostenere una spesa pubblica molto più alta, piuttosto che lasciar libero spazio alle paritarie. Per motivi puramente ideologici.
      In realtà è la dittatura del pensiero unico stalinista che la sinistra tenta di imporre a boicottare le paritarie.
      E’ davvero incomprensibile come molti cattolici continuino a votare imperterriti PD e compagni vari.

  4. recarlos79

    finalmente c’è un poro cristo che a questi di tempi l’ha spiegato: la dote scuola non basta e tanti non hanno i soldi per pagare il resto. smettetela di menarcela con ‘sta storia delle paritarie per tutti della favolosa lombardia.

I commenti sono chiusi.