Annichilite le vecchie forze politiche, ora la magistratura fa la guerra alle istituzioni

In ogni paese la peculiarità dei servizi segreti è appunto quella di essere segreti e di essere fuori della giurisdizione della magistratura ordinaria. Durante la Guerra fredda, il ruolo dei servizi è stato fondamentale perché essi agivano per prevenire un potenziale stato di guerra, ma la loro azione è diventata ancora più importante con l’affermarsi del terrorismo islamico, che ha scatenato una guerra reale e non gestita da uno Stato, quindi al di fuori di ogni regola, anche di guerra.
In Italia la magistratura ha ritenuto di essere il garante dello Stato di diritto e dell’etica pubblica. Così è nata Mani pulite, che ha distrutto i partiti democratici della Prima Repubblica. Poi la lotta è proseguita contro Silvio Berlusconi, visto come la forza politica che ha sostituito quelle compagini e quindi la loro corruzione. Finché si è trattato di agire contro i partiti e contro il Cavaliere, la cosa è stata possibile. Ma con la lotta al terrorismo e l’invasione dell’Iraq, la magistratura milanese ha voluto mettere nel mirino il servizio segreto militare (che necessariamente ha iniziato a operare in un regime di guerra, perdipiù dichiarata da un potere inafferrabile come il terrorismo) ed è giunta all’incriminazione dei suoi vertici nel medesimo schema della lotta contro Berlusconi. Questa volta, però, i magistrati si sono trovati di fronte non un partito, ma un’istituzione pubblica.
Nicolò Pollari chiede una commissione d’inchiesta sull’azione del Sismi dagli anni Ottanta in poi, praticamente invocando la responsabilità di tutta la classe politica italiana su un’azione che è stata opera dello Stato, non dei governi. Quindi pone il problema non dei rapporti tra un partito e la magistratura, ma tra un servizio dello Stato e un altro servizio dello Stato. Chiedendo di essere liberato dal segreto, Pollari mette in difficoltà anche la sinistra, certamente coinvolta nelle operazioni dei servizi che in Iraq hanno condotto alla liberazione, tra gli altri, dei compagni di sventura di Fabrizio Quattrocchi, delle due Simone e di Giuliana Sgrena. Così Pollari ha fatto fallire il tentativo di fare dell’ex premier Berlusconi il responsabile della condotta di un Sismi che opera come potere dello Stato di fronte a un conflitto reale e non come un potere ordinario della funzione di governo. Tanto che il governo Prodi ha dovuto opporre all’iniziativa della procura milanese il ricorso alla Corte costituzionale. Dopo il caso Visco-Speciale, conclusosi con la querela per diffamazione da parte del generale contro Prodi e Padoa-Schioppa, si apre un conflitto tra magistratura e poteri dello Stato che crea una situzione di crisi per la democrazia italiana. bagetbozzo@ragionpolitica.it

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