Antisemitismo. La nostra memoria ha bisogno di scandali, cioè “pietre d’inciampo”

A Roma hanno vandalizzato le "stolperstein", i sampietrini coi nomi delle vittime dei nazisti. L'opera geniale di Günter Demnig e la logica luciferina di tutti i totalitarismi

Non sorprende che a Roma abbiano vandalizzato le "stolperstein", le pietre d'inciampo. Nascondere, rimuovere dalla vista e quindi dal ricordo è il primo atto di violenza di ogni ideologia. Se non ci sei, non esisti. Se non sei mai stato qui, non sei mai esistito. In questi giorni di guerra tra Hamas e Israele, deturpare i sampietrini che riportano i nomi delle persone uccise dai nazifascisti è forse uno degli atti meno gravi tra quelli perpetrati contro la comunità ebraica. Eppure è tra i più odiosi perché va a colpire uno dei segni più potenti di quella cultura: il nome, che è insieme identità e memoria.

Gli ebrei ne sono coscienti: si inizia con i simboli per poi arrivare alle persone. Prima si tolgono di mezzo quelli, poi gli altri. Günter Demnig, l’artista tedesco che ha dato vita a quello che oggi risulta essere il più grande progetto di arte diffusa al mondo, lo sapeva bene. Si racconta che abbia iniziato quando, posate le prime due pietre a Colonia nel 1992, si sia ...

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