
Appello per una politica che ricominci a respirare aria pulita
Quando questo giornale sarà pubblicato avremo probabilmente il nuovo presidente della Repubblica. Comunque andrà, c’è da rimanere sorpresi per quanto è avvenuto, per almeno tre ragioni. Una è scontata: sembra che eleggere la più alta carica istituzionale sia un problema legato, secondo precise regole di spartizione, all’appagamento degli appetiti dei diversi partiti. Altro che ricerca di una personalità che possa permettere, per il suo curriculum, le sue capacità e il suo prestigio internazionale, di affrontare le emergenze nazionali! è invece l’ultimo atto dell’accentuarsi di una partitocrazia fatta di muro contro muro, dell’involuzione ideologica dei contenuti, della diminuzione progressiva della possibilità di scelta dei cittadini (vedi voto di preferenza).
Tuttavia, in questa occasione si è verificata una seconda distorsione. Alcune testate giornalistiche hanno portato agli estremi quello che alcuni anchorman fanno nei loro talk show televisivi. Invece di registrare e giudicare quello che accade nella politica, hanno tentato di determinarla. In particolare hanno voluto essere attrici di questa ultima elezione: interviste, telefonate, contatti riservati, per determinare un’elezione che dovrebbe dipendere solo dal popolo e dai rappresentanti che lo esprimono. In terzo luogo, alcuni politici, proponendo un programma per il futuro presidente della Repubblica, ne hanno cambiato implicitamente il ruolo costituzionale. Chi più ne ha, più ne metta. Ritengo che questi metodi non giovino alla causa della democrazia, della sussidiarietà e della libertà. Per questo, pur sapendo che non ha rilevanza politica quanto faccio, a mia volta farò solenne voto di ignorare i futuri maneggi per far maritare il “proprio” presidente e di ignorare articoli e talk show che se ne interessano.
Ritengo piuttosto che ci siano cose, apparentemente marginali, ma in realtà più decisive a cui dedicarsi. Ad esempio è per me, e credo per tutti i milanesi, molto più importante interessarsi della proposta lanciata da Stefano Boeri direttore di Domus dalle colonne del Corriere di realizzare una cintura di boschi intorno a Milano. Molte realtà di base di diversi orientamenti, tra cui la Compagnia delle Opere, vi hanno aderito, con proposte creative. Anch’io ben volentieri lo faccio, perché un popolo che vive di ideali che corrispondono al cuore rende anche l’ambiente in cui vive una dimora per l’uomo e così, qualunque cosa avvenga a palazzo, ricomincia a respirare.
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
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