
Archiviazione per Davide Boni? L’ex presidente del Consiglio lombardo: «Spero che questo incubo finisca presto»
«Gli accertamenti disposti hanno fornito riscontri, nella maggior parte dei casi, inconciliabili con i fatti esposti». Con questa formula la Procura di Milano chiede l’archiviazione per il leghista Davide Boni, ex presidente dell’assemblea lombarda, e indagato dal 2010 con l’accusa di corruzione. Una delle tante inchieste che fecero cadere la giunta Formigoni nel 2012 e portarono la Lombardia al voto anticipato nel 2013. «Non c’è ancora nulla di definitivo – ricorda Boni a tempi.it – sarà il gip a decidere. Certo è che l’accusa è arrivata a queste conclusioni, dopo una lunga indagine».
Stando alle indiscrezioni riportate dai giornali, l’indagine allo studio del gip Manuela Scudieri è composta di ben quindici faldoni.
Da quanto riferiscono i giornali, i faldoni sono stati depositati due mesi fa, e il giudice per le indagine preliminari ci sta lavorando. Aspetto con fiducia la comunicazione ufficiale della decisione.
Non è ancora sicuro dell’archiviazione? Il tono dei pm Alfredo Robledo e Paolo Filippini è piuttosto fermo. Qualche sassolino nelle scarpe con i mass media italiani vorrà pur toglierselo.
Certo, il fatto che i pm abbiano chiesto l’archiviazione parlando di «infondatezza del reato» e «insostenibilità dell’accusa in giudizio», come riportano i media, è una indicazione di una certa rilevanza. Ma spetta al giudice decidere. Questo per me non è ancora il giorno zero, ma il 718esimo giorno di un incubo.
Quanto le è costata finora questa indagine?
Decine di migliaia di euro. Ma non è poi tanto quello. Per uno che fa politica, e che l’ha fatta avendo ruoli importanti, non è una cosa da poco finire accusato di corruzione. Ho dovuto abbandonare la carica di presidente dell’assemblea regionale lombarda nell’aprile 2012, poco prima che si dimettesse anche il presidente della giunta, Roberto Formigoni.
Nel 2012 sembrava che le accuse contro di lei fossero evidentissime, almeno a leggere i giornali.
Non nascondo che temevo di essere arrestato. Sono stato una notizia per quindici giorni su ogni giornale e tg italiano. Ricordo che il tg diretto da Mentana aveva informato che, a causa dell’indagine, c’era stato un calo di consensi dello 0,5 per cento per la Lega. Giustificato, visto che chi mi denunciò disse che io avrei fatto da mediatore in un sistema di tangenti, una vera e propria rete finanziaria di corrotti.
E poi cosa è successo?
Per ventiquattro mesi i miei conti correnti, non solo i miei ma anche quelli di mia moglie, di mia madre, di mio padre e dei genitori di mia moglie sono stati controllati. Sono state fatte rogatorie internazionali. Si diceva che andassi a Salisburgo, in Svizzera e altrove. La Procura ha verificato, e ha concluso che non esistono prove provate di quanto ha asserito Michele Ugliola. L’architetto si è autoaccusato di vari reati, tirando in ballo me e altri. E non è la prima volta. Già lo fece negli anni Novanta accusando Giovanni Terzi (ex assessore del comune di Milano, ndr), in seguito assolto.
Cosa si aspetta, ora?
Spero soltanto che questo incubo finisca presto.
Articoli correlati
1 commento
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Se Boni, se la deve prendere con qualcuno, questo è Maroni (amico dei magistrati) che con la sua ramazza ha messo fuori gioco lui e tutta la giunta regionale lombarda per poter prendere il potere con il 4%