ATTENTO CAV., IL FURETTO MIRA ALLA GOLA

Cantami, o diva, di Marco Follini l’ira funesta che prima del tempo indusse morte agli Achei. Il segretario dell’Udc è un duro ed anche un iroso: si è persino impettito perché Berlusconi l’ha apostrofato e ha scelto di incontrarsi con il presidente del Consiglio solo mediante il padrino Rocco Buttiglione.
Che pensa Follini? Nessuno qualche mese fa o qualche giorno fa avrebbe mai pensato che l’interrogativo della politica della Casa delle Libertà e della politica italiana tout court sarebbe stato l’analisi del Follini pensiero. è solo l’avanscoperta del sistema della banche che porta Fazio sulla bandiera e sul cuore? Oppure vi è in lui l’occulto disegno di fondere le acque della Senna e quelle della Sprea, unire di nuovo tutti i democristiani con tutti i comunisti? Oppure vuole solo logorare Berlusconi mostrandogli che non è il padrone di casa sua cioè nella Casa delle Libertà? Oppure è solo il battistrada di Casini candidato della Casa delle Libertà alla presidenza del Consiglio nel 2006? Oppure tutte queste cose assieme?
Dicono che ogni uomo ha nelle sue sembianze le tracce di un animale, anche se il volto è sempre l’impronta dello spirito: ma tant’è, lo spirito segna di sé la carne ma ne cambia l’essenza. Nei limiti del paragone improprio di un volto e di una traccia, direi che la traccia animale del volto di Follini appartiene al furetto.
Si guardi Berlusconi dalla apparente mansuetudine del pacato capo dei postdemocristiani di destra: il furetto salta alla gola della sua vittima dopo lento abbordaggio ma con ritmi decisi.
Ma può essere che il furetto Follini non voglia ancora agire e si limiti a marcare le distanze, anche se fosse per prendere il rimbalzo. C’è un solo vantaggio: Follini non è un greco che porta doni, è più facile doppiare il capo delle tempeste che svanire in una slargata bonaccia. Semmai c’è stata per Berlusconi la lunga bonaccia delle Antille il soffio di vento di Marco Follini vi ha posto fine.

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