Attraverso la Triplice la Prima Repubblica continua a tenere in ostaggio la democrazia

I sindacati delle grandi confederazioni politiche della Prima Repubblica sono diventati ora il riferimento politico del governo, sostituendo il Parlamento e il corpo elettorale. Lo sono divenuti, non perché il governo abbia difficoltà in Senato, ma perché non ha supporto nel paese. La vera alleanza che sostiene il governo nella società sono i tre grandi sindacati, Cgil, Cisl, Uil, perché essi sono la forza vivente della Prima Repubblica, i sindacati antifascisti. In essi rimane vigente quella combinazione tra Dc, Pci, Psi, che fu la costituzione materiale della Prima Repubblica; il fondamento reale del “patriottismo della Costituzione”, che furono proprio i comunisti a imporre ai democristiani divenendo essi, critici della democrazia e del sistema economico, a essere legittimatori costituzionali del governo democristiano. In realtà, come denuncia l’Espresso, i tre sindacati hanno molti poteri dello Stato come delega di servizi, hanno un potere che proviene dal loro rimanere il vero fondamento della legittimità politica del governo. Ciò significa escludere la parte maggioritaria del paese dalla legittimità politica. E la forza dei sindacati rende possibili ai numerosi frammenti dei partiti di sinistra e di centro della Prima Repubblica di rimanere presenti proprio nella funzione legittimante che rende possibile il governo dello Stato. L’esistenza del governo Prodi è stata decisa dai sindacati e non dal Parlamento. Quella che è avvenuta nel governo Prodi non è nemmeno la concertazione sindacale che avveniva nei governi della Prima Repubblica, è stata una decisione sindacale.
Oggi la Cisl promuove un dialogo con il centrodestra e lo inizia da Pier Ferdinando Casini. Cerca di diventare il riferimento alla destra del Partito democratico. Tenta cioè di dare maggiore consistenza politica al suo sindacato, usando il potere legittimante che il sindacato ha oggi nella politica. Ma proprio questo fatto mette in evidenza la crisi della democrazia, mostra che la maggioranza dell’elettorato è ora per il centrodestra in nome dell’autorità dello Stato, del primato del Parlamento e della sovranità del corpo elettorale. Il cogoverno dei sindacati non è il governo della democrazia. Mostra che il paese è governato da corporazioni che tendono a imporre la loro volontà. E i sindacati sono la più potente delle corporazioni. La chiave del sindacato sta nella Cgil, non nella Cisl e nella Uil. Per questo Raffaele Bonanni trova che il potere politico dei sindacati nuoce alla Cisl e al sindacalismo. Ma non può fare diversamente che diventare un membro della triplice alleanza dei sindacati storici.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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